Volkswagen: gli Usa intentano causa civile per violazione delle normative ambientali
Stati Uniti vs Volkswagen. Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha avviato una causa civile contro la casa di Wolfsburg per violazione delle normative ambientali contenute nel “Clean Air Act” tramite “l’installazione di strumentazione illegale per manipolare il sistema di controllo delle emissioni”. La causa è stata intentata dal DOJ (Department of Justice) in rappresentanza dell’EPA (Environmental Protection Agency), la querela sarà depositata nel distretto orientale del Michigan e poi trasferita in California (dove pende anche la class action).
La multa che potrebbe essere comminata al costruttore potrebbe arrivare a 32.500 dollari per ogni veicolo immesso sul mercato prima del gennaio del 2009 e di 37.500 per quelli più recenti. Nel complesso, stando alle indiscrezioni riportate dalla stampa internazionale, il procedimento legale potrebbe costare alla casa automobilistica fino a 20 miliardi di dollari. Finora VW, che ha rimarcato in una nota di voler continuare a collaborare con le autorità americane, ha accantonato 6,7 miliardi di euro.
La questione riguarda quasi 600 mila veicoli VW, Audi e Porsche con motori diesel che montano la strumentazione illegale. “Gli Stati Uniti porteranno avanti tutte le misure ritenute adeguate nei confronti di Volkswagen per sanare la violazione delle nostre leggi sulle emissioni inquinanti”, ha detto John Cruden, n.1 della divisione ambientale del DoJ. “I produttori -continua Cruden- che commettono errori nel certificare le loro auto e i cui sistemi di controllo delle emissioni violano la fiducia del pubblico, mettono in pericolo la salute pubblica e danneggiano i concorrenti”. Gli fa eco Cynthia Giles, assistente amministrativa dell’EPA: “si tratta di un’azione importante per proteggere la salute pubblica e mettere Volkswagen di fronte alle sue responsabilità”.
A settembre il costruttore ha ammesso di aver installato dispositivi truccati per i test delle emissioni su 11 milioni di motori diesel. Per quanto riguarda il mercato statunitense, la decisione di falsificare le emissioni risale a dieci anni fa, quando ci è resi conto che la tecnologia a disposizione non era adeguata agli standard americani sulle emissioni.