Vittoria Trump, per analisti possibile nuovo mercato “bull”: bene settori tech, energy e difesa
La vittoria elettorale ottenuta nella notte di ieri che porterà Donald Trump a diventare il 47esimo presidente degli Stati Uniti in gennaio sta generalmente piacendo ai mercati, sia per l’effetto di una dissipazione dell’incertezza, che per le previsioni di una politica pro-business del futuro presidente.
Le reazioni degli analisti sottolineano la possibilità di un mercato bull e di un rafforzamento di alcuni settori, in particolare quello energetico, tecnologico e della difesa. L’Europa dovrà guardarsi dai dazi minacciati da Trump, che avrebbero un grosso impatto ad esempio sul settore automobilistico.
Politiche di Trump stimoleranno settori tech e difesa
Secondo Oliver Blackbourn, Multi-Asset Portfolio Manager di Janus Henderson Investors, “si prevede che questo risultato si tradurrà in maggiori stimoli per l’economia statunitense, anche se la portata dipenderà dal fatto che i repubblicani abbiano il pieno controllo del Congresso. “Al momento i repubblicani hanno conquistato il Senato ed è possibile che, al termine degli spogli, possano arrivare a conquistare anche la Camera dei Rappresentanti e con essa il dominio dell’intero esecutivo di Washington”.
“Il dollaro USA si sta rafforzando su tutta la linea, poiché i mercati considerano il potenziale impatto di ulteriori tariffe sulle importazioni e i tagli della Federal Reserve sono stati ulteriormente prezzati. I rendimenti dei Treasury statunitensi sono saliti bruscamente, sia per la continua evoluzione delle aspettative sui tassi d’interesse sia per il potenziale aumento dell’inflazione,” sottolinea Blackbourn. “È probabile che i mercati comincino a pensare a come la retorica si traduca in politica, e che ogni pronunciamento dei prossimi mesi venga analizzato alla ricerca di indizi. Con l’opinione generale che entrambi i partiti continueranno a gestire i deficit di bilancio, sembra probabile che l’economia statunitense rimarrà agganciata alla crescita degli stimoli fiscali.”
Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X, spiega come “questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo mercato toro“, con gli investitori che guardano ai settori destinati a prosperare con l’approccio economico di Trump. L’analista fa riferimento in particolare a tech, infrastrutture e difesa, sottolineando come le politiche annunciate da Trump saranno a favore di questi comparti industriali. Questo, insieme ai promessi tagli di tasse corporate, “dovrebbe favorire l’azionario e potenzialmente alimentare l’inflazione, spingendo i rendimenti obbligazionari e il dollaro USA verso l’alto nel medio termine.” In particolare “le società con solide attività domestiche sono ben posizionate per beneficiare di questo nuovo scenario, con i titoli finanziari e industriali che mostrano forza.”
Energy bene nel breve periodo, più incertezza nel medio-lungo
Per quanto riguarda il settore energia, nel breve termine la vittoria di Trump potrebbe avere implicazioni positive sulle commodity energetiche ma “progressivamente negative” nel medio, secondo un’analisi di Equita Sim.
Le promesse di Trump sono state orientate ad una drastica inversione delle politiche di Biden, che andavano in senso maggiormente “ambientalista” e regolatorio. Trump vuole dare maggior libertà alle aziende petrolifere nelle esplorazioni e nell’aumento dei volumi, con l’obbiettivo di un abbassamento dei prezzi al consumo. Potrebbe concedere l’autorizzazione di nuovi terminali di esportazione LNG e autorizzare nuovi interventi di esplorazione in zone protette dell’Alaska.
“Riteniamo che l’elezione di Trump possa avere implicazioni positive per tutto il settore oil ed in particolare i titoli esposti all’attività oil & gas americana come Tenaris. Tuttavia, l’eventuale attuazione delle nuove politiche energetiche US potrebbe essere meno di supporto sui prezzi delle commodity (oil & gas hub non US) nel medio termine, dati i maggiori volumi di produzione sia domestici, sia derivanti dal potenziale rientro nel mercato di produttori soggetti a sanzioni,” si legge nella nota di Equita.
Un report degli Strategist di Mps Capital Services vede i titoli “ciclici” sotto pressione dopo l’esito elettorale. In ribasso le materie prime, “soprattutto quelle legate al ciclo economico: Brent e tutti i metalli industriali non ferrosi (rame, alluminio, zinco e nichel)”, ma anche i metalli preziosi. “I timori sono di natura macroeconomica: una politica fiscale più “lassista” potrebbe determinare un rialzo dei tassi di interesse a lungo termine e questo fattore sarebbe negativo sottraendo liquidità dal comparto. La reazione comunque potrebbe essere anche di natura emotiva e conseguenza del rally del dollaro; pertanto bisognerà attendere un calo della volatilità dopo le notizie per avere una direzione precisa.”
Lo spettro dei dazi di Trump fa crollare il settore auto in Europa
Sul mercato automobilistico europeo, la vittoria di Trump ha ripercussioni immediate. Si registrano perdite notevoli per Volkswagen (-4,8%), BMW (-7%) e Daimler (-5%) a Francoforte, complici anche i risultati deludenti di BMW. L’export di auto sarebbe tra i più colpiti se Trump realizzasse le sue promesse. Il futuro presidente ha promesso dazi del 10% su tutte le importazioni, con punto del 20% o del 60% nel caso di import dalla Cina. Per il settore automobilistico potrebbero esserci dazi anche del 100 per cento. Trump ha anche parlato di “tariffe punitive” per i paesi che proveranno ad abbandonare il dollaro come valuta di riserva.