Notizie Notizie Italia Visco: Italia in recessione con Pil a quasi -2%. Monti però è ottimista: il prossimo governo vedrà i primi risultati

Visco: Italia in recessione con Pil a quasi -2%. Monti però è ottimista: il prossimo governo vedrà i primi risultati

11 Luglio 2012 11:51

“L’economia italiana è ancora in recessione. Secondo le previsioni di consenso, nella media di quest’anno il prodotto in Italia diminuirebbe di poco meno di due punti percentuali. Al peggioramento dello scenario concorrono l’aumento del costo e il deterioramento della disponibilità di credito indotti dalla crisi del debito sovrano”. Lo ha spiegato il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenendo alla 52ª Assemblea Ordinaria dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), che si è svolta oggi al Palazzo dei Congressi a Roma.

La replica alle parole di Visco è stata affidata a Mario Monti. Nel suo intervento all’assemblea il premier ha ricordato che “l’Italia ha iniziato un percorso di guerra durissimo contro i pregiudizi diffusi e contro le più ciniche valutazioni”. Un percorso “che non è ancora finito, ma del quale il prossimo governo vedrà i primi risultati”. Già, ma quale prossimo governo? Dopo aver fatto capire ieri che il suo lavoro in qualità di premier terminerà nel 2013, Monti non appare preoccupato del futuro: “I partiti – ha detto – si sono dimostrati responsabili, siamo sereni sul prossimo governo”, lasciando intendere che a suo giudizio non ci saranno problemi qualsiasi dovesse essere essere il colore politico dell’esecutivo che emergerà dalle elezioni del 2013.

L’analisi del governatore di Bankitalia si è concentrata anche sul tema dello spread. “La differenza tra i rendimenti dei titoli pubblici italiani e tedeschi – ha spiegato Visco -è di gran lunga superiore a quanto sarebbe giustificato dai fondamentali della nostra economia. Riflette generali timori di rottura dell’unione monetaria: un’ipotesi remota, che sta però condizionando le scelte degli investitori internazionali.

Visco ha inoltre esortato le banche italiane ad accompagnare lo sforzo di ripresa del Paese: “La bassa leva finanziaria, l’operatività orientata ad attività tradizionali di raccolta e impiego, l’assenza di una bolla nel mercato immobiliare le hanno protette dall’impatto della crisi finanziaria globale iniziata cinque anni fa. Hanno potuto mantenere il sostegno finanziario ai clienti solvibili e meritevoli. Per continuare su questa strada, ora che le forti tensioni sul debito sovrano fanno sentire il loro peso, è necessario accrescere le dotazioni di capitale, rafforzare le politiche di gestione dei rischi di credito e di liquidità, proseguendo nel percorso intrapreso”.

“Per Banca Monte dei Paschi di Siena – ha precisato ancora Visco – si è reso necessario un intervento pubblico a causa delle forti tensioni sui mercati finanziari, che hanno reso proibitivo il ricorso a nuove emissioni di capitale, e per la difficoltà a realizzare piani di dismissione di attività in una situazione di mercato assai tesa. Il raggiungimento dell’obiettivo con modalità alternative avrebbe comportato una riduzione del credito all’economia”.
 
La situazione degli istituti di casa nostra resta comunque nettamente diversa da quella che in media caratterizza le altre banche continentali. Tra il 2008 e il 2010, secondo i dati diffusi da Palazzo Koch, sono stati erogati aiuti di Stato alle banche europee sotto forma di ricapitalizzazioni e copertura di perdite per 409 miliardi di euro, pari al 3,3 per cento del PIL; sono state utilizzate garanzie sulle emissioni di passività per 1.111 miliardi, il 9,1 per cento del PIL. In Italia, le operazioni sul capitale sono state pari a 4,1 miliardi e allo 0,3 per cento del PIL; non sono state richieste garanzie da parte delle banche.