Notizie Indici e quotazioni Vincitori e vinti in un trimestre di corsa folle dei mercati: il Dax surclassa il Ftse Mib. Nel 2° semestre meglio Wall Street o Ue?

Vincitori e vinti in un trimestre di corsa folle dei mercati: il Dax surclassa il Ftse Mib. Nel 2° semestre meglio Wall Street o Ue?

30 Giugno 2020 18:44

Wall Street prova a chiudere con forza un trimestre che ha visto la Borsa Usa dettare legge e riemergere dal fossato che si era creato in seguito al crollo dettato dal panico da lockdown . Il Nasdaq è stata la stella incontrastata del trimestre e addirittura ha aggiornato i suoi massimi storici. In generale per le azioni statunitensi è il miglior trimestre dal 1998 con gli operatori  che si sono concentrati sulle prospettive di un veloce rimbalzo economico. L’S & P 500 ha avuto il miglior picco di 50 giorni negli ultimi nove decenni per poi rallentare e stabilizzarsi nel corso di giugno.

L’indice delle 500 maggiori società Usa – così come il Dow Jones – segna il miglior balzo trimestrale dal lontano 1998, rispettivamente con +19% e +17%. Performance migliore in assoluto è quella del Nasdaq Composite che viaggia a ridosso dei massimi storici in area 10 mila punti e con un balzo di quasi +30% negli ultimi tre mesi. In Europa la palma di miglior performer spetta al Dax con quasi +24%, mentre il Ftse Mib con +13,7% si consola battendo di poco il Cac 40 parigino che segna +12,15%.

Ytd le differenze sono ancora più marcate

Da inizio anno emerge un’egemonia ancora più marcata del Nasdaq con un eccezionale +10% rispetto al -5% dell’S&P 500 (che sarebbe -10% se si escludono i titoli hi-tech). In Europa Piazza Affari arranca a oltre -17% così come il Cac 40, mentre il DAX anche in questo caso limita i danni a -7,5%, facendo meglio anche del Dow Jones (-10,5%) e dell’S&P 500 ex Information Technology (-10%).

Il Nasdaq è stato positivo da inizio anno a metà anno, mentre il Dow Jones e lo S&P sono stati negativi nel primo semestre è avvenuto, stando a quanto emerge dai dati di Dow Jones Market Data, nel 1977, per la seconda volta dall’esistenza del Nasdaq, ‘nato’ nel 1971.

In generale, il Nasdaq ha riportato nei confronti del Dow Jones il divario record dal 1983, quando la differenza tra i due indici fu pari al 20,3%; anche lo spread di performance tra il Nasdaq e lo S&P 500 è il più alto dal 1983, quando il gap a favore del listino tecnologico fu pari al 17,6%.

Cosa attendersi nella seconda metà del 2020

Guardando al secondo semestre dell’anno rimane la grande incognita seconda ondata e quanto potrà condizionare in particolare gli Stati Uniti che vedono alcuni stati chiave per la dinamica del PIL quali Florida, Texas e California in piena emergenza Covid. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) vede il rischio Covid-19 ancora ben presente e lungi dall’essere finito. Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha parlato in un briefing virtuale e ritiene forte il rischio che il virus sia presente in tutto il mondo, dicendo che “la maggior parte delle persone rimane suscettibile” e che “il virus ha ancora molto spazio per muoversi. La dura realtà è che questo non è nemmeno vicino alla fine e a livello globale la pandemia sta effettivamente accelerando”.

Tra gli analisti c’è chi consiglia di riorientarsi verso l’azionario Europa. Gli analisti di BlackRock nell’outlook di metà anno hanno infatti espresso un miglioramento della raccomandazione sulle Borse europee a “overweight”, sulla scia delle riapertura delle economie di cui il continente beneficerà.“La regione è esposta a un ribaltamento positivo nel quadro di riavvio dell’economia, con misure a sostegno della salute pubblica e misure politiche galvanizzanti sullo sfondo.” riferisce BlackRock.

BlackRock diu contro ha declassato l’azionario Usa a “neutral” citando i rischi di uno stimolo fiscale che si va riducendo e di un’epidemia prolungata, oltre che delle rinnovate tensioni con la Cina.

Ftse Mib chiude la prima metà dell’anno con seduta opaca

Oggi chiusura debole per Piazza Affari . Il Ftse Mib, reduce dal rally della vigilia, ha lasciato sul terreno lo 0,37% a 19.375 punti. Dal fronte macro buone indicazioni dalla fiducia dei consumatori Usa, schizzata in avanti più del previsto a giugno. A Piazza Affari tra i settori in affanno spiccano le banche con -2,46% per Banco BPM che ieri era stata la migliore con un sonante +6%. Male anche Unicredit a -0,86%.

Riflettori sul titolo Mediobanca che ha ceduto il 2,14% in area 6,39 euro, peggior performer di giornata sul Ftse Mib. Sulla stampa emerge una lettera inviata a Mediobanca da Bluebell Partners. La società di gestione londinese presieduta da Francesco Trapani (ex Bulgari) e che annovera due partner italiani Giuseppe Bivona e Marco Taricco sollecita la merchant bank di Piazzetta Cuccia a distribuire a tutti i soci un dividendo straordinario tramite azioni Generali, o che a tutti soci venga data la possibilità di comprare le azioni a un prezzo predefinito. Stando a quanto riportano Il Sole 24 Ore e Repubblica, la critica più incisiva contenuta nella lettera è quella che riguarda la partecipazione del 13% in Generali che assorbe troppo capitale (40% del Cet 1) e contribuisce in gran parte (39%) all’utile della banca.

Vendite anche su Telecom Italia che cede il 3,48% tornando sotto quota 0,35 euro. Open Fiber, stando alle ultime indiscrezioni stampa, avrebbe chiesto a Telecom Italia 1,5 miliardi di euro di danni per un supposto abuso di posizione dominante. La maggiore tlc italiana a sua volta starebbe preparando azioni legali contro il concorrente.

Tra i segni più spicca invece STM (+3,02%) in scia alle indicazioni arrivate da Micron Technology. La società americana leader nel settore delle memorie ha riportato risultati del terzo quarter (finito a maggio) con un fatturato pari a 5,4 mld di dollari (+14%) di poco superiore alle attese ($5,3 mld). La guidance di fatturato per quarto trimestre che chiuderà ad agosto è un range fra 5,75- 6,25 mld, con il mid-point a 6 mld (+23%) nettamente sopra le attese.

Lieve segno più anche per FCA (+1,31% a 8,944 euro).  Stando a quanto riporta il Giornale, la questione sollevata dall’antitrust europeo relativa alle quote di mercato nel segmento degli LCV potrebbe essere risolta vendendo una parte del business oggetto dell’indagine a CNH Industrial che ha una quota di mercato in Europa nettamente inferiore.