Vigilia sofferta per Unicredit

Aspettando Unicredit. E’ un’attesa diversa dal solito quella che circonda la trimestrale della più grande banca italiana. Per una volta non si guarderà tanto ai numeri complessivi quanto alla composizione dei risultati per l’istituto che il mercato giudica il più esposto del Paese alla tempesta sub-prime. Gli operatori attendono infatti le risposte del management sugli sviluppi nella divisione investment banking e dell’integrazione con Capitalia, nonchè sull’esposizione a conduit e titoli legati ai mutui americani ad alto rischio.
Il cda si riunirà nella giornata di oggi, ma la comunicazione dei risultati trimestrali avverrà solo domani mattina a mercati ancora chiusi, almeno un’ora prima che prenda il via l’appuntamento tra la comunità finanziaria e l’amministratore delegato del gruppo, Alessandro Profumo, fissato per le ore 9.00. Profumo commenterà infatti i risultati con una presentazione e non con l’usuale conference call.
Quello delle possibili ricadute dei mutui subprime sarà il punto su cui si concentreranno le attenzioni degli operatori, che già si attendono un impatto nell’area markets & investment banking. Su questo tema il focus si è ulteriormente rinvigorito nelle ultime sedute, quando sull’istituto di piazza Cordusio sono cominciate a circolare voci, smentite ufficialmente, di svalutazioni superiori a quanto finora anticipato (circa 400 milioni di euro). Indiscrezioni che nella giornata di venerdì avevano anche alimentato la percezione del rischio di bisogno imminente di capitale per far fronte a forti writeoffs. Necessità che avrebbero dovuto spingere Unicredit alla cessione della quota in Fiat. Tutto questo è rimasto però solo nelle voci, nonostante l’effetto in Borsa non sia mancato. Il titolo dell’istituto era infatti caduto al livello più basso degli ultimi due anni, bucando i 5 euro.
Il consensus di mercato si attende per il solo terzo trimestre un utile netto di 995 milioni di euro, un utile ante imposte di 1,688 miliardi, un risultato lordo di gestione 2,31 miliardi, e un margine di intermediazione di 5,685 miliardi. A livello di nove mesi il consensus prevede un utile netto di 4,602 miliardi, un risultato lordo di gestione di 8,842 miliardi e un margine di intermediazione di 18,809 miliardi.
Il titolo Unicredit, dopo un’apertura in territorio negativo con un calo nell’ordine dei due punti percentuali, ha successivamente invertito la rotta, segnando nel momento in cui si scrive un rialzo del 2,2% a 5,56 euro.