Notizie Notizie Mondo Verso uno shock alimentare globale: le economie più vulnerabili e analisi dei rischi con prezzo grano alle stelle

Verso uno shock alimentare globale: le economie più vulnerabili e analisi dei rischi con prezzo grano alle stelle

8 Giugno 2022 18:00

La guerra in Ucraina sta durando più a lungo del previsto e questo rende sempre più concreta la minaccia di una crisi alimentare globale. Nell’ultimo mese il prezzo del grano ha registrato i maggiori rialzi tra le materie prime agricole, con un aumento dell’8% rispetto al mese precedente. La performance dei prezzi è stata in gran parte guidata dall’annuncio del governo indiano di una limitazione delle esportazioni di grano per gestire le forniture interne. Tale annuncio ha sorpreso i mercati anche perché l’India aveva dichiarato, al contrario, l’intenzione di aumentare le esportazioni viste le perdite di approvvigionamento dall’Ucraina che hanno portato a un aumento dei prezzi del grano sul mercato globale.

Nel mese di aprile, infatti, l’India ha esportato un quantitativo record di 1,4 milioni di tonnellate, quasi sei volte superiore a quello esportato nell’aprile del 2021. Ora queste quantità dovranno essere reperite altrove, e ciò potrebbe ridurre ulteriormente le già scarse scorte dei principali Paesi esportatori.

Le materie prime agricole hanno sempre più problemi di approvvigionamento da affrontare e la guerra in Ucraina, oltre che le condizioni meteorologiche sfavorevoli stanno minacciando la fornitura di colture chiave per la tenuta del nostro sistema economico.

Bisogna considerare che le zone del conflitto ed in particolare le regioni del Donbass sono quelle a più alta concentrazione di produzione di grano per l’Ucraina (fonte Mazziero Research).

 

Inoltre, anche il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha previsto una forte diminuzione della produzione di grano invernale negli USA per il 2022/23, a causa della siccità nelle pianure meridionali.

Granai del mondo

L’Ucraina e la Russia sono due pesi massimi dell’agricoltura mondiale e lo scoppio della guerra tra i due ha costretto i Paesi importatori a cercare fonti alternative di approvvigionamento. Russia e Ucraina sono tra i primi tre esportatori mondiali di grano, mais, colza, semi di girasole e olio di girasole. Inoltre la Russia è il maggiore esportatore di fertilizzanti a livello globale.

Come vediamo dal grafico elaborato dalla Mazziero Research, Russia e Ucraina producono insieme il 14% del grano a livello mondiale (9,7% la Russia e 4,3% l’Ucraina); mentre da entrambi i Paesi arriva oltre il 27% della produzione mondiale di girasoli.

Impatto sui Paesi emergenti

Dato che i Paesi emergenti hanno una capacità limitata di sostituire queste importazioni con prodotti sostitutivi, l’adeguamento allo shock dei prezzi dei beni agricoli si tradurrà in minori consumi per i 770 milioni di persone che secondo la Fao erano, ancor prima dello scoppio del conflitto, in condizione di malnutrizione.

Secondo un’analisi condotta da S&P Ratings, sarebbero diversi i Paesi che potrebbero subire le più alti conseguenze di una crisi alimentare. Ad esempio le tre nazioni del Caucaso: Tagikistan, Uzbekistan e Armenia, sono particolarmente esposte a causa della loro completa dipendenza dalla Russia per le importazioni di cinque prodotti chiave come il grano, mais, colza, semi di girasole e olio di girasole. Allo stesso modo, i quattro stati arabi: Marocco, Libano, Egitto e Giordania, dipendono dall’Ucraina per il loro approvvigionamento alimentare e sono quindi suscettibili di interruzione dei porti indotta dalla guerra.

Come vediamo dal grafico qui sotto elaborato da S&P Ratings, le economie più vulnerabili ad uno shock alimentare sono: Asia centrale, Medio Oriente, Africa e Caucaso, essendo i maggiori importatori di sei materie prime chiave come % del PIL.

La Russia è anche il più grande esportatore mondiale di prodotti fertilizzanti, è il principale produttore di tutti e tre i principali nutrienti fertilizzanti: azoto, fosfato e potassio. Per questi motivi gli analisti di S&P Global Ratings prevedono che una quantità significativa di questo commercio potrebbe essere disturbata dalle continue ricadute del conflitto e lo shock alimentare globale durerà anni, non mesi.

Intanto, venerdì 10 giugno saranno pubblicate dall’USDA le stime della domanda e dell’offerta agricola mondiale che ci daranno delle informazioni in più sull’attuale stato dell’economia. Inoltre, domani 9 giugno, l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e le Nazioni Unite pubblicheranno il loro Food Outlook semestrale, fondamentale per osservare gli sviluppi che interessano i mercati globali di alimenti e mangimi.