Notizie Notizie Italia Veneto e Vicenza alimentano pressione su sistema, Fitch pessimista su ricapitalizzaizone precauzionale

Veneto e Vicenza alimentano pressione su sistema, Fitch pessimista su ricapitalizzaizone precauzionale

23 Marzo 2017 13:43

Fitch questa mattina è poi tornata a parlare delle annose questioni italiane e delle banche tricolore. Neanche i ripetuti interventi del Governo, dal Fondo Atlante ai 20 miliardi stanziati a dicembre sembrano sufficienti a risolvere la questione

Lo scorso 18 marzo Banca Popolare di Vicenza (Vicenza) ha chiesto al governo italiano la possibilità di procedere ad una ricapitalizzazione precauzionale, così come già fatto dall’istituto Veneto Banca. “Queste richieste hanno corroborato la nostra view sul sistema bancario italiano – ha commentato Fitch Ratings in un report fatto circolare questa mattina – le popolari italiane hanno richiesto capitale fresco per affrontare un deficit di capitale materiale e questo, secondo i nostri criteri rappresenta un fallimento”.

Neanche l’intervento del fondo Atlante di un anno fa è servito a sistemare le cose. “Con i 3,5 miliardi di capitale fresco iniettati da Atlante le banche venete hanno comprato tempo – specificano gli esperti di Fitch – ma quella somma non è servita ad eliminare il problema, minando anche la credibilità del fondo stesso”.

L’insieme di questi elementi, precisa Fitch Ratings, è alla base del downgrade che lo scorso 17 marzo ha interessato Vicenza, con lo standing creditizio di lungo termine da “B-“ a “CCC” e quello di breve da “B” a “C”. Per entrambi, l’outlook è stato rivisto da “negativo” a ”Rating Watch Evolving (RWE)”. Contestualmente il Viability Rating è stato modificato da “b-“ a “cc”. I rating del debito subordinato e quello dell’obbligazione con garanzia statale sono stati confermati rispettivamente a “CC” e “BBB+”.

Italy still vulnerable

Fitch questa mattina è poi tornata a parlare delle annose questioni italiane e delle banche tricolore. Alto stock di crediti deteriorati (Npl), debito pubblico (132,6% del Pil a fine 2016) e limitato spazio per riforme fiscali: elementi che lo scorso ottobre già avevano concorso alla decisione dell’agenzia di rating a modificare l’Outlook sul rating BBB+ dell’Italia portandolo a Negativo.

Snocciolando i numeri, 200 miliardi di sofferenze a fine settembre 2016, 320 miliardi di Npl pari al 16,4% dei prestiti totali e al 20% del Pil, Fitch reitera la sua view assolutamente poco rosea rispetto al banking system italiano.

Al momento non sembrano sufficienti neanche i 20 miliardi stanziati a dicembre dal Governo per far fronte all’emergenza, visto che “i dossier (Mps in testa) sono ancora al vaglio della Commissione Europea e dunque in transito sui tavoli di Bruxelles”. Inoltre non vi è chiarezza su quanto onere dovranno sopportare i creditori e quanto sarà a carico dello Stato (dei contribuenti, ndr).