Usa: prezzi salgono più del previsto a maggio, la Fed valuta fissazione di un target esplicito
C’è lo zampino del terremoto/tsunami giapponese nel nuovo rialzo dell’inflazione negli Stati Uniti. A maggio i prezzi al consumo sono saliti più delle attese complice il maggior balzo mensile dall’ottobre 2009 dei costi delle nuove autovetture (+1,1%), incremento dovuto principalmente alle difficoltà di approvvigionamento causate dalla catastrofe che il 17 marzo scorso ha colpito il Giappone.
L’inflazione a maggio ha fatto segnare negli Stati Uniti un progresso mensile dello 0,2% rispetto al +0,1% atteso dal mercato. A sorprendere è stato il balzo dell’indice core, ossia depurato delle componenti cibo ed energia, che ha fatto segnare un +0,3% m/m (+0,2% il consensus), maggior incremento mensile dal luglio 2008. A livello tendenziale l’inflazione risulta del 3,6% dal 3,2% del mese precedente e al 3,3% atteso in media dal mercato. L’inflazione “core” risulta dell’1,5% dall’1,3% precedente.
Il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, settimana scorsa ha dichiarato che non c’è molta evidenza che l’inflazione sta diventando ampia o radicata”. Intanto, secondo le indiscrezioni raccolte dall’agenzia Bloomberg, i funzionari della Federal Reserve starebbero discutendo se stabilire o meno un target esplicito per l’inflazione. La fissazione di un target esplicito in materia di inflazione potrebbe portare benefici per il mercati del lavoro, aiutando la banca centrale ad ancorare le aspettative di prezzo anche quando i tassi sono a livelli molto bassi. La fissazione di un target di inflazione è stata in passato una strategia avallata dallo stesso ben Bernanke e attualmente viene attuata da diverse banche centrali come quella canadese e quella neozelandese.
Indicazioni negative per quanto concerne la congiuntura economica statunitense. In particolare l’indice sulla manifattura dello Stato di New York di giugno è sceso a sospesa sotto lo zero attestandosi a -7,79 punti dai precedenti 11,88 punti. Le attese erano per un dato sostanzialmente stabile a 12 punti. L’indice non scendeva sotto lo zero dal novembre 2010 e questo improvviso calo rappresenta un nuovo segnale che “il rallentamento economico si potrebbe protrarre più a lungo”, come sottolineato dallo stesso report della Federal Reserve di New York.
Infine, la produzione industriale statunitense a maggio ha evidenziato un flebile progresso mensile dello 0,1 per cento dal dato invariato del mese precedente. Le attese erano per un progresso dello 0,2%. L’utilizzo della capacità produttiva è rimasto stabile al 76,7% (consensus era a 77%).