Usa, i payrolls confermano la solidità dell’economia
L’occupazione negli Stati Uniti cresce in linea con le attese, ma per il mercato potrebbe non bastare. Contestualmente alla presentazione di un dato di crescita pari a 132mila posti di lavoro nei settori non agricoli, il Dipartimento del Lavoro statunitense ha infatti reso noto un incremento del 3,9% dei salari medi orari. Un indicatore che si scontra con previsioni per un +3,7% anno su anno e che alimenta i timori di pressioni salariali. I dati diffusi oggi hanno dunque una valenza positiva nei confronti dell’andamento dell’economia e meno in termini di dinamica inflazionistica. Nonostante i non farm payrolls di luglio si siano attestati al di sotto delle 157mila unità di maggio, il dato è infatti di poco superiore alle stime di mercato che si attestavano a 120mila unità. Si è inoltre assistito anche a una corposa revisione dei dati di aprile e maggio per complessive 75mila unità. Il tasso di disoccupazione è comuque rimasto invariato al 4,5%. Le prime conseguenze della diffusione del dato si sono fatte sentire sui mercati valutari e sull’obbligazionario. Da un lato il dollaro ha accelerato nei confronti delle altre maggiori valute, dall’altro i rendimenti del decennale sono saliti fino al 5,195%, segnalando una perdita di valore dei bond (il cui valore si muove in senso inverso ai rendimenti) tipica delle fasi di crescita dell’inflazione. Con il dato odierno la crescita media dei posti di lavoro negli Usa negli ultimi 3 mesi è pari a 149mila unità, contro le 189mila della media 2006. In giugno sono apparsi nuovamente in calo i lavoratori impiegati nel settore manifatturiero (-18mila) e nel commercio al dettaglio (-24mila). Tra i settori che hanno invece mostrato la maggiore vitalità la pubblica amministrazione ha assorbito 40mila nuovi impiegati.
Per ‘azionario invece sui mercati europei a un’iniziale repentina accoglienza positiva è seguito un altrettanto rapido indebolimento. Nel momento in cui si scrive tuttavia i future su Dow Jones e S&P500 si mostrano poco variati e il derivato sul Nasdaq in rialzo dello 0,10%.