Alla faccia della crisi aumentano i ricchi e il loro patrimonio nel mondo. Non in Italia però
Aumentano il numero di ricchi nel mondo e il loro patrimonio, riportandosi ai livelli pre-crisi. Un segnale positivo che suggerisce come la ripresa economica globale sia in atto, anche se in maniera disomogenea. Se infatti Stati Uniti, Giappone e Germania rimangono tra le aree più ricche al mondo, l’Europa indietreggia a favore dei Paesi emergenti. L’area Asia-Pacifico ha superato il Vecchio continente per la prima volta sia in termini di popolazione più danarosa che di consistenza del patrimonio. Lo ha rilevato il World Wealth Report, il rapporto annuale sulla ricchezza a livello globale, elaborato da Merrill Lynch Global Wealth Management insieme a Capgemini.
Secondo il rapporto, arrivato alla sua 15esima edizione, il numero di individui con patrimonio finanziario di almeno 1 milione di dollari (i cosiddetti high net worth individuals, Hnwi) nel mondo è aumentato in termini di popolazione e di ricchezza nel 2010, superando i livelli massimi del 2007. In particolare, il loro numero è salito dell’8,3% a 10,9 milioni di persone, mentre il loro patrimonio è cresciuto del 9,7% attestandosi a 42.700 miliardi di dollari. In aumento anche gli stra-ricchi, ossia coloro che detengono un patrimonio di oltre 30 milioni di dollari: sono aumentati del 10,2% e la loro ricchezza si è ampliata dell’11,5%.
Ma dove si trovano questi Paperon de’Paperoni? La popolazione ricca è rimasta concentrata negli Stati Uniti, in Giappone e in Germania, che insieme ricoprono il 53% di questa categoria. Ma la concentrazione è destinata a diminuire se i Paesi emergenti continueranno a crescere così rapidamente. L’area asiatica ha infatti registrato nel 2010 il tasso regionale di crescita più elevato, superando in modo definitivo l’Europa e diventando la seconda regione più ricca, seconda solo al Nord America. A guidare le regioni asiatiche è la Cina, al quarto posto nella classifica mondiale della ricchezza, mentre l’India ha conquistato la dodicesima posizione, sorpassando la Spagna.
In controtendenza l’Italia. Lungo lo Stivale il numero di ricchi è diminuito del 4,7% nel 2010 con una conseguente discesa del Paese nella classifica mondiale della ricchezza, dalla nona alla decima posizione. A frenare la creazione di ricchezza nella Penisola è stata la moderata crescita del Prodotto interno lordo (+1,3% nel 2010, sotto la media europea) accompagnata dalla debole performance del mercato azionario. Lo scorso anno infatti la capitalizzazione del mercato italiano è scesa del 13,6%, contro un rialzo del 18% a livello globale.
Se questo è il panorama geografico della ricchezza mondiale, rimane da chiedersi dove vengono impiegati questi soldi? Gli individui Hnwi hanno investito la maggior parte del loro patrimonio finanziario (il 33%) in azioni, in crescita rispetto al 29% del 2009. Gli investimenti in strumenti monetari/depositi sono invece scesi al 14% nel 2010 dal 17% del 2009 così come la quota degli investimenti in obbligazioni, che ha registrato una flessione al 29% dal 31%. Tra gli investimenti alternativi, i ricchi hanno privilegiato le commodity. Un trend che dovrebbe rafforzarsi nei prossimi anni. Secondo il rapporto, infatti, nel 2012 si assisterà a un aumento degli investimenti in azioni e commodity, riducendo quelli in ambito immobiliare e in strumenti monetari/depositi.