Usa: disoccupazione attesa in aumento a febbraio, dovrebbe aver pesato l’effetto neve
La fitta coltre di neve che ha imbiancato a febbraio gli Stati Uniti dovrebbe aver frenato la ripresa del mercato del lavoro statunitense. Il tasso di disoccupazione è infatti atteso in risalita a febbraio dal calo al 9,7% fatto registrare nel primo mese del 2010. Il consensus stima che nello scorso mese negli Stati Uniti siano stati bruciati 68 mila posti di lavoro (le stime vanno da un calo massimo di 150 mila unità a un guadagno di 30 mila posti), con una crescita del tasso di disoccupazione al 9,8% dal 9,7% del mese precedente. I non farm payrolls misurano i nuovi posti di lavoro creati/persi mensilmente a livello nazionale dai lavoratori in aziende non agricole. Qualora il calo si dimostrasse più marcato del previsto emergerebbe un quadro di perdurante debolezza del mercato del lavoro, a fronte di un contesto produttivo in decisa ripresa.
Il dato diffuso dal Bureau of Labor Statistics del Dipartimento del Lavoro statunitense dovrebbe risentire principalmente delle avverse condizioni meteo che hanno caratterizzato lo scorso mese con nevicate record che hanno colpito molte zone degli States. Secondo quanto stimato da Barclays Capital il calo dei posti di lavoro nel settore non agricolo dovrebbe essere di 75 mila unità con un effetto negativo di circa 125 mila unità legato al fattore meteo. Pertanto, a detta degli esperti della casa d’affari britannica, in assenza dell’effetto neve il trend sul mercato del lavoro sarebbe stato positivo con creazione di 50 mila posti di lavoro. Il mercato potrebbe pertanto assorbire senza grossi scossoni un ennesimo calo dei non farm payrolls, anche superiore a quota 100 mila unità, guardando già con fiducia al possibile significativo rimbalzo che potrebbero riservare i dati di marzo. Caute le attese di Giorgio Radaelli, chief global strategist di Bsi: “Il dato di febbraio potrebbe deludere le attese di chi spera in una inversione di tendenza, da distruzione a creazione di posti di lavoro”. Mercoledì il sondaggio Adp aveva evidenziato la perdita a febbraio di 20 mila posti di lavoro dai -60 mila del mese precedente.
Ieri il Dipartimento del Lavoro Us ha diffuso il dato sulle richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti, scese di 29 mila unità attestandosi a 469 mila nella settimana terminata lo scorso 27 febbraio. Le richieste alla disoccupazione sono le più basse dal gennaio 2009, con la media a quattro settimane calata di 3.500 unità a 470.750. “Il livello di richieste è ancora terribilmente elevato” ha commentato Ian Shepherdson, capo economista della High Frequency Economics. “Il fallimento del trend discendente nella seconda parte dello scorso anno è sconcertante. Le richieste segneranno un chiaro progresso quando si attesteranno a quota 400 mila”.
La disoccupazione Usa aveva toccato un picco al 10,2% nell’ottobre 2009, massimi degli ultimi 26 anni. Per il 2010 il consensus Bloomberg è di un tasso medio al 9,8%, per poi scende al 9,1% nel 2011. Invece le ultime stime della Federal Reserve vedono il tasso di disoccupazione tra il 9,5% e il 9,7% nel 2010 per poi calare di oltre 1 punto percentuale nel 2011 attestandosi all’8,2%-8,5%.