Usa: default, i repubblicani offrono un’intesa temporanea. Obama ci pensa
Nonostante il segretario al Tesoro Jack Lew abbia detto che è praticamente “impossibile prevedere con certezza” il momento in cui gli Stati Uniti si troveranno nell’impossibilità di emettere altro debito, la “deadline” per trovare un accordo è ufficialmente fissata al 17 ottobre. Superato il limite, attualmente di 16.700 miliardi di dollari, la prima economia non sarà più in grado di rispettare i propri impegni finanziari.
“È ora che inizino i negoziati”, ha detto Boehner secondo cui finora la controparte “non ha voluto parlare”.
Obama, per bocca di un portavoce della Casa Bianca, ha fatto sapere di voler esaminare la proposta anche se non è di una soluzione-tampone che gli Stati Uniti hanno bisogno. “Siamo disponibili a valutare qualsiasi proposta del Congresso per mettere fine a queste crisi fabbricate ad arte”, ha detto il portavoce. “Non consentiremo però a una fazione di repubblicani -ha continuato- di tenere in ostaggio l’economia”.
Il Congresso deve approvare “un chiaro aumento del limite al debito e un piano di finanziamenti per far cessare lo shutdown”.
Reazioni dei mercati
L’avvicinarsi di un punto di svolta oggi è stato anticipato dai listini del vecchio continente (+1,46% per il Ftse100 e +1,99% per il Dax) e confermato dall’andamento di Wall Street (+1,7% per lo S&P e +2% per il Nasdaq in questo momento). Sul valutario indicazioni simili sono arrivate dal rafforzamento del biglietto verde mentre il clima “risk-on” sta facendo salire il rendimento dei treasury a 10 anni di 5 punti base al 2,72% (+2%).