Notizie Dati Macroeconomici Usa: avvio di 2015 decisamente positivo per il mercato del lavoro, balzo dei salari spinge il dollaro

Usa: avvio di 2015 decisamente positivo per il mercato del lavoro, balzo dei salari spinge il dollaro

6 Febbraio 2015 14:17

Indicazioni positive dal mercato del lavoro della prima economia. Il Bureau of Labor Statistics ha annunciato che a gennaio le buste paga nei settori non agricoli (non-farm payrolls) sono cresciute di 257 mila unità, al di sopra delle 230 mila unità stimate dagli operatori. Buone nuove anche dai dati relativi novembre e dicembre 2014, rivisti pesantemente al  rialzo: a novembre la crescita delle buste paga passa da 353 a 423 mila (prima volta sopra la soglia delle 400 mila payrolls dalla fine della recessione) mentre nell’ultimo mese dell’anno il dato sale da 252 a 329 mila. Nel complesso, negli ultimi tre mesi l’economia statunitense ha creato una media di 336 mila buste paga e da un anno le payrolls segnano un incremento di almeno 200 mila unità mensili, non accadeva dal 1994-1995.

A gennaio l’occupazione nel comparto delle vendite al dettaglio è cresciuta di 46 mila unità, bene anche il comparto costruzioni (+39 mila), l’health care (+38 mila) e il settore finanziario (+26 mila). Le ore settimanali medie si sono confermate a 34,6 mentre la paga oraria, un dato particolarmente seguito per le implicazioni con i prezzi al consumo, ha ampiamente recuperato il calo di 5 centesimi registrato a dicembre mettendo a segno una crescita di 12 cents (+0,5%, incremento maggiore da sei anni). Su base annua i salari orari segnano un +2,2% e si portano ai livelli massimi dalla fine della recessione.

Sale anche il tasso di disoccupazione, passato dal 5,6 al 5,7 per cento, ma anche questa rappresenta una buona notizia poiché l’incremento è dettato da nuove persone che, in precedenza scoraggiate, sono tornate  a cercare un’occupazione.

Il forte calo del tasso di disoccupazione registrato negli ultimi mesi, ricordiamo che a gennaio 2014 il dato si attestava  al 7%, sta spingendo gli operatori a concentrarsi su indicatori in genere ritenuti “marginali”. Con il tasso di disoccupazione rappresentato dall’aggregato statistico U-3, negli ultimi mesi gli esperti (e gli scettici) hanno iniziato a guardare anche la componente U-4 e la U-6: la prima aggiunge anche i lavori scoraggiati mentre la seconda somma anche i lavori marginali e chi lavora a tempo parziale ma vorrebbe essere impiegato full-time. Anche dall’analisi di questi due aggregati il miglioramento è evidente: il primo è passato dal 7,5% del gennaio 2014 all’attuale 6,1% mentre il secondo è sceso dal 13,5 all’11,3% (dall’inizio della serie storica, nel 1994, U-6 si è in media attestato al 10,7%).

Reazioni dei mercati
Il miglioramento del mercato del lavoro a stelle e strisce e il balzo dei salari stanno favorendo il dollaro perché rendono più probabile un prossimo innalzamento del costo del denaro da parte della Federal Reserve. Particolarmente tempestive in questo senso sono state le dichiarazioni rese poco fa dal presidente della Fed di Philadelphia, Charles Plosser, secondo cui al momento è difficile trovare un argomento convincente che giustifichi un rinvio del rialzo dei tassi.

“La Federal Reserve monitorerà ancora i fondamentali (soprattutto l’inflazione) ma le attese di un rinvio a settembre 2015 di un rialzo del costo del denaro sono diminuite notevolmente dopo tali cifre macro così brillanti”, ha commentato Filippo Diodovich, Market Strategist di IG. “Un eventuale allentamento delle pressioni deflazionistiche -continua l’esperto- potrebbe convincere i membri del Board a rialzare i tassi già da giugno”.

In questo contesto l’incrocio con la moneta unica ha registrato un’accelerazione ribassista sotto quota 1,14 e attualmente passa di mano a 1,1385. Per le medesime motivazioni segno meno per l’oro, in calo di oltre un punto percentuale a 1.248 dollari l’oncia. A poco più di 10 minuti dall’avvio delle contrattazioni i future su Dow Jones e S&P500 avanzano dello 0,45% mentre il derivato sul Nasdaq segna un +0,3%.