Cina: Banca centrale riduce il coefficiente di riserva obbligatoria, commodity in evidenza

Alla vigilia dell’inizio dell’anno della Capra, l’istituto centrale ha annunciato di aver tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria (Required Reserve Ratios o RRR) a carico delle banche commerciali di 50 punti base portandolo al 19,5%. Il provvedimento entrerà in vigore da domani. Da rilevare che questa mossa arriva a ridosso del Capodanno Cinese (19 febbraio), un periodo in cui la richiesta di fondi da parte del mercato è storicamente forte.
Nonostante già nel 2014 l’istituto con sede a Pechino abbia ridotto il tasso RRR a carico di alcuni istituti, quella annunciata oggi è la prima variazione su larga scala dal maggio 2012. A novembre, per la prima volta dal 2012, la Pboc ha inaspettatamente limato il costo del denaro e una decina di giorni fa ha ripreso a iniettare denaro fresco nel sistema economico tramite operazioni di pronti contro termine settimanali. Gli analisti ritengono che non sia finita qui e per i prossimi mesi si attendono nuove misure di stimolo.
La Pboc entra in guerra (valutaria)
A gennaio l’indice che misura il sentiment dei direttori degli acquisti (Pmi, Purchasing managers’ index) del settore terziario elaborato da Hsbc è sceso da 53,4 a 51,8 punti mentre il corrispondente indicatore relativo il manifatturiero nel primo mese dell’anno si è confermato sotto la soglia dei 50 punti passando da 49,6 a 49,7 punti (50 punti rappresenta lo spartiacque tra espansione e recessione dell’attività economica). Nel caso del Pmi servizi il calo è particolarmente significativo alla luce del particolare periodo dell’anno (a ridosso del Capodanno le persone si dedicano allo shopping e si preparano per le vacanze). Nel 2014 la crescita del Dragone ha registrato il tasso minore degli ultimi 24 anni mettendo a segno un incremento del 7,4%, al di sotto del 7,7% del 2013 e del 7,5% del target governativo, spingendo il premier Li Keqiang a rispolverare il concetto di “nuova normalità”.
“In risposta a chiare indicazioni di un rallentamento dell’economia, la Pboc è tornata all’allentamento monetario per stimolare l’economia”, rileva Boris Schlossberg, Managing Director di BKAsset Management, in un commento intitolato “La Pboc entra nella guerra valutaria”. “È chiaro -continua l’esperto- che si tratta di un segnale che la crescita in Cina sta rallentando più del previsto e questo potrebbe zavorrare la domanda in tutta l’Asia”.
Ripercussioni
In attesa di Wall Street, segnali positivi per l’azionario europeo e per quelle valute, come il dollaro australiano e quello neozelandese, maggiormente legate all’andamento dell’Ex Regno di Mezzo e dei corsi delle materie prime. Commodity che risultano tra le maggiori beneficiarie della mossa della Pboc: l’oro guadagna lo 0,5%, l’alluminio sale di un punto percentuale, lo zinco segna un +1,3% e il metallo ciclico per eccellenza, il rame, avanza di oltre il 3,5%.