Usa: appuntamento con i dati sul mercato del lavoro. Ecco le attese per payrolls e disoccupazione
Mentre nella zona euro il tormentone Grecia e i negoziati con i creditori internazionali rimangono sempre in primo piano, tra i market mover di giornata spiccano anche i dati sul mercato del lavoro statunitense relativi al mese di maggio. Riscontri che arriveranno a una settimana esatta dalla seconda lettura del Pil annualizzato statunitense relativo al primo trimestre 2015 e che finiranno certamente sul tavolo del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve (Fed), fedele alla posizione macro-oriented, che si riunirà il 16 e 17 giugno. Un’occasione in cui l’istituto guidato da Janet Yellen potrebbe fornire al mercato qualche indicazione in più sul timing del primo rialzo dei tassi di interesse negli Usa, fermi quasi allo zero dal dicembre 2008.
Payrolls e disoccupazione in arrivo
Come ogni primo venerdì del mese, il dipartimento del lavoro americano comunicherà lo stato di salute del mercato occupazionale Usa con la diffusione del tasso di disoccupazione e la variazione dei nuovi occupati non agricoli (meglio conosciuti come non farm payrolls). Secondo gli esperti interpellati da Bloomberg, il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere invariato al 5,4%, mentre le payrolls dovrebbero mantenersi sopra la soglia delle 200 mila unità (consenso a +226mila rispetto alle +223 mila di aprile). Su questo fronte un primo assaggio è arrivato mercoledì scorso, quando è stato servito il sondaggio Adp: il dato di maggio ha mostrato la creazione di 201 mila nuovi posti di lavoro nel settore privato rispetto ai 165 mila di aprile (dato rivisto da +169 mila). Le attese erano per un dato pari +200 mila.
“Lontano dalla politica europea, oggi viene diffuso il rapporto statunitense sull’occupazione – ricorda Paul Donovan, economista di Ubs – Pensiamo che le payrolls continueranno a rafforzarsi (forse a un ritmo leggermente inferiore rispetto alle attese del mercato), e la disoccupazione scenderà”. Ma “se le prospettive degli Stati Uniti vedono un’occupazione in miglioramento, un’inflazione e una crescita in salita, perché i tassi non salgono?”, si domanda in maniera quasi retorica l’economista.
“Opec, Grecia e mercato del lavoro americano. Questi i temi che caratterizzeranno la giornata di oggi e su cui tutti gli investitori del mondo stanno puntando“, ricordano gli esperti di Fxcm che, soffermandosi sui dati odierni negli Usa, spiegano come “l’America sia in una fase valutativa di tutto un paniere di dati per arrivare alla decisione relativa al timing di un rialzo (tra l’altro un tema questo su cui occorrerebbe smettere di ragionare in maniera primaria, molto più importante a nostro parere capire il ritmo che interesserà il ciclo di rialzi, quand’esso avverrà)”. Oggi, secondo gli esperti, sarà importante concentrarsi sul dato singolo relativo alle payrolls (piuttosto che sul tasso di disoccupazione), in quanto indicativo del vero numero di posti di lavoro creati.
Fmi invita la Fed a posticipare il rialzo dei tassi
In vista della riunione della Banca centrale americana di metà mese, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha tagliato le prospettive di crescita della prima economia mondiale ed ha esortato la Fed a posticipare il primo rialzo dei tassi fino al primo semestre 2016.
L’istituto guidato da Christine Lagarde ritiene che la Fed debba aspettare segnali tangibili di aumento dei salari e prezzi prima di effettuare un ritocco (per approfondire la notizia).