News ETF Uranio, tema di investimento sempre più interessante con la crisi energetica e la spinta verso l’adozione dell’energia nucleare

Uranio, tema di investimento sempre più interessante con la crisi energetica e la spinta verso l’adozione dell’energia nucleare

6 Dicembre 2022 16:24

La crisi energetica sta spingendo un numero crescente di paesi a ripartire o accelerare nell’adozione dell’energia nucleare. In particolare, gli Stati Uniti incentiveranno, con l’Inflation Reduction Act, la costruzione di nuovi impianti e la Cina, nei prossimi vent’anni, costruirà circa 150 nuovi reattori. Per questo motivo, secondo Rohan Reddy, research analyst di Global X, “l’uranio appare una delle commodity potenzialmente più interessanti dei prossimi anni”.

L’uso del nucleare dovrà raddoppiare nei prossimi due decenni

Il dibattito sull’energia nucleare come strumento per affrontare i cambiamenti climatici è sempre più intenso. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, si legge nel report, per raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero è necessario che il settore nucleare raddoppi nei prossimi due decenni. Alcuni interventi governativi vanno già in questa direzione, come l’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti, che dovrebbe aumentare gli investimenti nel settore dell’uranio, rafforzando l’energia nucleare come soluzione climatica.

In Europa, le tecnologie nucleari sono “attività di transizione” nella tassonomia verde dell’UE, una classificazione che dovrebbe aumentare la fiducia degli investitori. La ricerca, lo sviluppo e l’impiego di tecnologie all’avanguardia che riducono le scorie nucleari e aumentano la sicurezza, in particolari i reattori di quarta generazione, sono tra le azioni legate al nucleare incluse nella tassonomia.

Secondo Reddy, le potenziali sanzioni sull’uranio russo, che rappresenta il 6% della fornitura globale, probabilmente influenzeranno il mercato in generale, rendendolo ancora più rigido di quanto non sia già. Secondo la Comunità Europea dell’Energia Atomica, l’uranio che proviene al di fuori dell’UE-27 rappresenta il 95% del consumo totale interno dell’UE e la Russia è la seconda fonte di uranio per gli Stati membri dell’UE dopo il Niger. La Russia ha circa il 43% della capacità di arricchimento globale, l’Europa il 33%, la Cina il 16% (ma la sta ampliando velocemente) e gli Stati Uniti il 7%. Una certa capacità inutilizzata si trova sia negli Stati Uniti che in Europa.

L’Asia avrà un ruolo cruciale per l’espansione del nucleare

Nella Asia Pacifica, si legge nel report, l’energia nucleare rappresenta oggi solo il 4% del mercato: tuttavia, quest’area sarà cruciale per l’espansione dell’industria nucleare, perché la maggior parte dei Paesi, tra cui Giappone, Cina, India e Corea del Sud, hanno un programma nucleare in fase di sviluppo. Ad esempio, nella strategia energetica della Corea del Sud l’energia nucleare rappresenterà circa un terzo del mix energetico del Paese entro il 2030, al fine di aumentare la sicurezza energetica e raggiungere gli obiettivi climatici. In Giappone, il Primo Ministro Fumio Kishida mira a ristabilire il Giappone come nazione trainata dall’energia nucleare per la prima volta dopo il disastro di Fukushima.

Infine, sottolinea Reddy, l’industria nucleare cinese si è detta fiduciosa di poter accelerare i piani di espansione. La China Nuclear Energy Association ritiene che 6-8 nuovi reattori all’anno fino al 2025 siano un obiettivo ragionevole, con la possibilità di arrivare a 10. La Cina ha dunque il programma nucleare più ambizioso, con piani per la costruzione di circa 150 nuovi reattori in meno di due decenni. Se portato a termine, la Cina diventerebbe il più grande produttore di energia nucleare al mondo.

L’atteggiamento nei confronti del nucleare sta cambiando

Secondo Reddy, la crisi in corso e il bisogno di sicurezza energetica hanno portato il mondo a rivalutare l’intera catena di approvvigionamento energetico e le materie prime critiche. L’energia prodotta dalla fissione nucleare è centinaia di volte superiore a quella prodotta dalla combustione della stessa quantità di combustibili fossili, e notevolmente più pulita. L’atteggiamento nei confronti dell’energia nucleare sta cambiando: l’esigenza di decarbonizzare, poter contare su elettricità affidabile e soddisfare la crescente domanda di energia renderanno il nucleare una parte sempre più importante del mix energetico mondiale.

Per questo motivo, il research analyst di Global X ritiene che il settore dell’uranio meriti particolare attenzione da parte degli investitori. Tuttavia, l’uranio ha uno scarso volume di scambi sulle piattaforme dei futures ed è soggetto a limitazioni di proprietà, il che lo rende più complesso come investimento rispetto ad altre materie prime. Un ETF con esposizione al settore dell’uranio (come il Global X Uranium UCITS ETF USD), dunque, secondo Reddy, può essere la scelta più adeguata per la maggior parte degli investitori.