Unicredit: utili battono le attese nei nove mesi, +81% a 1,8 miliardi. Giù i ricavi
I conti di Unicredit non sono piaciuti a Piazza Affari. Il titolo della banca meneghina, in rialzo per tutta la mattinata, ha virato in negativo dopo la pubblicazione dei conti e al momento sul Ftse Mib segna un ribasso del 2,1% a 5,475 euro. L’istituto di piazza gae Aulenti ha archiviato i primi nove mesi del 2014 con un utile netto in crescita dell’81,3% a 1,8 miliardi di euro rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Nel solo terzo trimestre l’utile netto della banca meneghina è salito del 79% su base trimestrale (+16,7% se si esclude la tassazione sulla quota in Banca d’Italia) e del 254% su base annua a 722 milioni di euro, battendo le attese degli analisti ferme a 493,4 milioni di euro. Confermata la solidità patrimoniale, con il CeT1 ratio fully loaded che si è attestato al 10,4%. Nei nove mesi i ricavi sono però scesi del 3,9% su base annua a 16,9 miliardi di euro e del 2% annuo a 5,6 miliardi nel terzo trimestre.
“I risultati di Gruppo del trimestre e dei primi nove mesi ci portano molto vicini al nostro obiettivo di utile netto di 2 miliardi di euro nel 2014 che confermiamo“, ha commentato l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni. “Siamo molto soddisfatti di questo andamento positivo, nonostante un contesto macroeconomico ancora difficile. Ciò è frutto soprattutto delle azioni manageriali alla base del Piano Strategico 2013-18 focalizzato su innovazione e crescita. Siamo una delle più solide banche commerciali europee: il Comprehensive Assessment ha confermato la nostra capacità di resistenza in scenari macroeconomici avversi e ha ribadito la nostra solidità patrimoniale. Dal 4 novembre la Bce ha assunto la vigilanza sulle maggiori banche continentali. Questo cambiamento sarà certamente positivo per Unicredit: la nostra dimensione internazionale rappresenterà sempre più un vantaggio competitivo”.
I crediti deteriorati lordi sono rimasti sostanzialmente stabili a 83,5 miliardi (+1,3% trimestre su trimestre, stabili su base annua) e un elevato tasso di copertura al 51%. Le sofferenze sono in leggera crescita a 50,6 miliardi (+2,1% trim/trim) con un tasso di copertura che sale a 61,8% (+71pb trim/trim). Gli altri crediti deteriorati si confermano stabili a 32,9 miliardi di euro (+0,1% trim/trim) con un tasso di copertura in calo a 34,3% (-201 pb trim/trim) principalmente per effetto della ricalibrazione della copertura del portafoglio crediti incagliati in Italia che scende da 39,1% a 36,2%. Tale livello, fa notare Unicredit, è comunque ben superiore alla media delle maggiori banche italiane pari a 20,7%.
Il Tltro ottenuto alla prima asta della Bce è stato pari a 7,8 miliardi di euro e rappresenta il massimo dell’allocazione consentita per l’Italia. A partire dall’inizio di ottobre sono stati erogati circa 3 miliardi di crediti alle imprese corporate e alle Pmi, in linea con le attese. La richiesta di ulteriori fondi alla prossima asta di dicembre è attualmente in fase di valutazione.