Notizie Notizie Italia Unicredit si prepara ad archiviare il 2010 con maxi cda, all’odg no successore Ermotti

Unicredit si prepara ad archiviare il 2010 con maxi cda, all’odg no successore Ermotti

14 Dicembre 2010 10:32

 Ancora qualche ora e Unicredit si prepara ad archiviare il 2010 con l’ultimo cda. L’appuntamento con il board si terrà nel pomeriggio. Ma per Piazza Cordusio i pensieri di questo anno, che ha segnato la svolta al vertice con l’uscita di scena di Alessandro Profumo, non sembrano finire. La nuova Unicredit di Federico Ghizzoni si trova a fare i conti con l’azione legale avviata da Irving Picard, il liquidatore del gruppo Madoff.


Una tegola da 19,6 miliardi di dollari che vede coinvolti, tra gli oltre 50 soggetti citati in giudizio, l’istituto di Piazza Cordusio, le controllate Bank Austria e Pioneer, l’ex a.d. Alessandro Profumo e, soprattutto, Sonja Kohn: banchiera austriaca e fondatrice di Bank Medici considerata complice dell’ex presidente del Nasdaq nella truffa senza precedenti nella storia finanziaria. L’affaire Madoff secondo gli analisti rischia di penalizzare la valorizzazione di Pioneer, la società di risparmio gestito su cui Piazza Cordusio ha messo fuori il cartello vendesi che secondo Picard avrebbe avuto un ruolo con Unicredit nel sistema Medici, messo in piedi dalla Kohn per alimentare lo schema Ponzi di Madoff.


“Unicredit non ha lasciato commenti sul riproporsi del tema Madoff”, commentano gli analisti di Intermonte, che ribadiscono il giudizio neutral su Piazza Cordusio con target di 1,90 euro. “Il rischio – avvertono – è che il contenziono rimanga aperto per lungo tempo, complicando il processo di valorizzazione di Pioneer o possa costare cifre significative nel caso in Unicredit optasse per una transazione come fatto da altre banche”.

 

Un pensiero in più per Ghizzoni che oggi illustrerà al consiglio le linee guida del piano industriale quinquennale, che dovrebbero prevedere una maggiore allocazione del capitale nell’Europa Centro Orientale con l’apertura di 900 nuovi sportelli specie in Turchia e Romania, ma che non saranno l’unico punto all’ordine del giorno. Sul tavolo del cda ci sarà anche il via libera ad alcune nomine. A Giovanni Papa, attualmente in Ucraina, verrà affidata la responsabilità dei Paesi Cee, ad Alessandro Decio – numero uno in Turchia – quella dell’investment banking di famiglie e piccole imprese mentre Frederic Geertman dovrebbe andare a sedersi sulla poltrona per la supervisione della rete su famiglie e piccole e medie imprese.

 

Nessuna novità è attesa sul fronte CIB: secondo fonti finanziarie saranno necessarie ancore settimane prima di trovare la quadra sul nome del manager che andrà a sostituire Sergio Ermotti, che da aprile sarà operativo in Ubs. Una decisione in tal senso non dovrebbe essere presa prima di gennaio. La rosa dei candidati ne dovrebbe  contare al momento altri tre. Al di là della velocità con cui sono state indicate le nuove deleghe, è l’incertezza in materia strategica a solleticare gli speculatori. E dopo le prime indicazioni arrivate da Ghizzoni il 3 dicembre in occasione del comitato strategico, che hanno proiettato Unicredit già oltre la crisi, le linee di sviluppo nell’Europa dell’Est restano argomento caldo.

 

Secondo la stampa russa Bank Uralsib vorrebbe muovere nel risiko degli sportelli: l’istituto starebbe valutando di stringere una partner strategica o di sbarcare in Borsa, per fronteggiare l’escalation competitiva con gli istituti controllati da Mosca, Sberbank e VTB, che hanno aumentato le loro quote di mercato nel Paese. “Dal momento che la Russia è un mercato chiave per Unicredit nella regione CEE, pensiamo che una partnership potrebbe rappresentare una buona opportunità per la banca di Piazza Cordusio”, commentano gli analisti di Banca Akros nel report uscito questa mattina, confermando accumulate con tp a 2,10 su Unicredit.

 

Anche una possibile deal sarebbe il ben venuto. “La banca italiana vanta un alto grado di efficienza in Russia, con un C/ I ratio del 36% e un net profit di 6,1 miliardi di rubli. Un eventuale merger di questo calibro potrebbe raddoppiare la dimensione di Unicredit sul fronte fondi direttamente gestiti, andrebbe ad incrementare gli asset totali dell’80% e i prestiti ai clienti del 60%, proiettando di fatto Unicredsit nel ranking delle prime cinque top banche russe”.