Unicredit: nuovo Ceo avrà compito difficile, mix tra aumento e cessioni la soluzione di Barclays

Unicredit viaggia sempre più vicino ai minimi storici in Borsa in un periodo delicatissimo per la banca milanese, impegnata nella ricerca del sostituto dell’Ad Federico Ghizzoni e sempre alle prese con i rumors della necessità di un maxi aumento di capitale. Il nuovo Ceo, come dichiarato dal presidente Giuseppe Vita, arriverà non prima di fine luglio. Una tempistica che ha fatto storcere il naso al mercato: a Piazza Affari il titolo Unicredit mostra una flessione del 3% a 2,308 euro, ad un passo dai minimi storici a 2,286 euro (toccati nella chiusura del 9 gennaio 2012). Da inizio anno Unicredit ha perso in Borsa oltre metà del suo valore.
“Il nuovo Ceo avrà il difficile compito di rafforzare il capitale cercando di evitare un declino della redditività e minimizzare l’effetto diluitivo”, spiegano gli analisti di Barclays secondo cui la vendita delle controllate quotate potrebbe risolvere il problema patrimoniale, ma ridurre i profitti su livelli molto bassi. “Crediamo che la soluzione finale sia una combinazione di queste azioni“, suggeriscono gli esperti che rimangono underweight sul titolo in scia ai problemi di “governance, capitale e profittabilità”.
Sul fronte governance la rosa dei possibili candidati alla guida di Unicredit resta quella delle ultime settimane: Marco Morelli (BofA Merrill Lynch), Flavio Valeri (Deutsche Bank Italia), Alberto Nagel (Mediobanca). Negli ultimi giorni sono spuntati anche i nomi di Fabio Gallia, attuale amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti, e Victor Massiah, numero uno di Ubi Banca.
“Guardando attraverso il potenziale impatto della vendita delle tre controllate quotate (la polacca Bank Pekao, la turca Yapi Kredi e l’italiana Fineco Bank), stimiamo che l’eventuale cessione dovrebbe risolvere i problemi legati al capitale, alzando il CET1 nel 2016 al 12,1%, ma ridurrebbe il RotE previsto per il 2018 al 5,6% dal 7%“, scrivono gli analisti della banca britannica.