Weidmann sbarra la porta a Unicredit, parole di fuoco dell’ex Bundesbank. Intanto Meloni avvia iter golden power per Ops Bpm

Commerzbank inizia il nuovo anno sulla falsariga del precedente e quindi niente ramoscello d’ulivo verso Unicredit. Intanto, in Italia il governo avrebbe deciso di avviare la procedura del Golden Power relativamente all’Ops su Banco Bpm della stessa Unicredit.
Weidmann tuona: Unicredit ha sbagliato approccio, non ci sono condizioni per fusione amichevole
Possibilità di una fusione amichevole tra Commerzbank e UniCredit? “Poche”, taglia corto Jens Weidmann, ex numero uno della Bundesbank e attuale presidente del Consiglio di sorveglianza di Commerzbank.
In un’intervista rilasciata oggi al quotidiano Handelsblatt, Weidmann ha fatto capire che le possibilità di un avvicinamento tra le due parti sono alquanto remote. “”Nelle fusioni, è importante che i dirigenti si parlino prima in uno spirito di fiducia e sviluppino un’intesa comune. UniCredit ha deciso di non farlo e ci ha sorpreso con il suo ingresso”.
Unicredit ha costruito da settembre in avanti una posizione del 28% in Commerzbank (il 9,5% detenuto direttamente e il restante 18,5% tramite strumenti finanziari). “È come qualsiasi relazione: se l’inizio non ha successo, poi sarà difficile”, ha aggiunto l’ex capo della banca centrale tedesca.
L’ex Bundesbank paventa anche fuga dei clienti da Commerz
Andando nel concreto dell’operazione, Weidmann esprime dubbi sul fatto che un’acquisizione ostile nel settore bancario possa creare valore sostenibile. Inoltre, ritiene che per la Germania sarebbe meglio avere due grandi banche private indipendenti, ossia Deutsche Bank e Commerzbank.
“La presenza di Commerzbank in Germania sarebbe probabilmente più ridotta e l’attrattiva di Francoforte come centro finanziario ne risentirebbe”, argomenta Weidmann che inoltre paventa la possibilità che molti clienti, soprattutto del settore delle piccole e medie imprese, si riorienterebbero in risposta a tale mossa.
A non vedere di buon occhio l’operazione è anche il governo tedesco che da subito ha bollato come non gradita la mossa di Unicredit, incitando la banca italiana a rivedere i suoi piani. Berlino valuta quali possibili strumenti può utilizzare per fermare le ambizioni della banca italiana. In Germania non è previsto l’equivalente del golden power italiano. Il governo federale ha quindi le armi spuntate, ma potrebbe valutare di applicare uno strumento tradizionalmente utilizzato per proteggere l’industria militare sfruttando il fatto che Commerz garantisce finanziamenti essenziali alla difesa. Se Commerzbank finisse sotto Unicredit, si potrebbe paventare il rischio di una «minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico». Altra opzione, è un procedimento intersettoriale, passando al setaccio l’azionariato di Unicredit che vede molti investitori extra-Ue.
In Italia il governo pronto ad avviare proceduta golden power
Intanto, sull’altro fronte aperto da Unicredit in Italia, ossia l’Ops su Banco Bpm, varie fonti di stampa nel weekend hanno riferito che il governo avrebbe deciso di avviare la procedura del Golden Power. In dettaglio, una volta ricevuta la notifica dell’operazione e la documentazione completa da parte di piazza Gae Aulenti, il governo avrà 45 giorni (estendibili a 70) per valutare l’operazione e decidere se autorizzarla, porre delle limitazioni o vietarla.
“In particolare tra i punti oggetto di analisi ci sarebbero quelli relativi al mantenimento degli sportelli e la tutela dei dipendenti, elementi che tuttavia a nostro avviso non dovrebbero essere tali da comportare un veto assoluto sull’operazione”, commentano stamattina da Equita.