Notizie Notizie Italia Unicredit verso addio a sogno Bpm (che rischia di finire nelle grinfie francesi). La versione di Orcel su collocamento 15% di Mps

Unicredit verso addio a sogno Bpm (che rischia di finire nelle grinfie francesi). La versione di Orcel su collocamento 15% di Mps

Pubblicato 20 Giugno 2025 Aggiornato 20 Giugno 2025 16:36

L’offerta di Unicredit su Banco Bpm, iniziata il 28 aprile, riprenderà formalmente settimana prossima dopo lo stop di 30 giorni ottenuto dalla banca di piazza Gae Aulenti alla luce della nuova situazione alla luce delle prescrizioni del golden power. Intanto ieri  è arrivato l’atteso libera dall’Antitrust europeo all’Ops che tra le condizioni prevede la cessione di 209 sportelli.

Orcel avverte tutti: “Se non cambia nulla ci ritireremo”

La sospensione ha così prorogato l’Ops fino al 23 luglio, dando quindi più tempo a Unicredit per confrontarsi con il governo sulle prescrizioni del golden power e quindi decidere se rilanciarsi o meno. Da quello che già era emerso nelle ultime settimane i segnali fatti trapelare dal ceo Andrea Orcel sono stati tutti orientati alla prudenza. Oggi, nell’intervista concessa al quotidiano Repubblica, è stato ancora più esplicito e diretto. “Abbiamo fatto e continuiamo a fare di tutto, ma se non riusciremo a risolvere, come probabile, ci ritireremo. Il nostro ricorso al Tar è un fatto di tutela giuridica, per il nostro Cda e la nostra società”, ha detto in riferimento alle prescrizioni del governo per l’autorizzazione dell’operazione. IL banchiere romano si è soffermato in particolare sul nodo Russia. “Operiamo rispettando le regole imposte dalla comunità internazionale, di cui l’Italia è firmataria. A meno che non si voglia dire che queste sanzioni non sono adeguate. Non ci sono flussi di risparmio, liquidità, dati, tecnologia, informazioni o altro con il resto del gruppo. Abbiamo fatto di più di ciò che ci ha chiesto la Bce”, argomenta Orcel ricordando come dall’invasione dell’Ucraina a oggi non ci sono più stati nuovi prestiti a società russe, scesi dell’86%, e una volta chiuso il retail saranno sotto i 500 milioni. “Nessun altra banca ha ridotto le attività come noi”, aggiunge rimarcando che ad oggi non si è presentato un acquirente “accettabile per i russi o per l’Occidente, e che avesse i mezzi necessari”.

Il futuro di Bpm senza Unicredit

Cosa succederà quindi in caso di ritiro? Per quanto concerne Bpm, Orcel rammenta che l’istituto di piazza Meda si troverà con Credit Agricole è azionista forte col 20% (“o forse di più”) e la banca “dovrà dimostrare le promesse che ha fatto e remunerare i suoi azionisti come sarebbero stati remunerati nel caso in cui ci sarebbe stata l’operazione”. Dal canto suo Unicredit monitorerà la situazione in Italia e in altri Paesi. In ambito M&A “è facile dire di sì anche quando si distrugge valore per portare a casa l’operazione. L’ho visto fare molte volte nella mia vita professionale. Perché quello che è giusto e difficile, è mantenere disciplina e fare l’operazione solo se crea valore”, chiosa Orcel.

Il collocamento del 15% di Mps

Il ceo di UniCredit si è soffermato anche sull’altro caso degli ultimi giorni, ossia l’inchiesta della procura sul collocamento del 15% di Mps effettuato lo scorso novembre dal Tesoro. “Abbiamo provato a partecipare ma non ci siamo riusciti. A Consob abbiamo segnalato i fatti”, ha tagliato corto Orcel aggiungendo due elementi non da poco: Anima ha acquistato una partecipazione in Mps mentre era sotto offerta da parte di Banco Bpm (e quindi sotto passivity rule) e Bpm ha acquistato una partecipazione in Mps nel corso del collocamento gestito dalla sua controllata Banca Akros.

Nessun rimpianto su Mps

Nessuna recriminazione sull’acquisto di Mps saltato nel 2021 quando lui era da poco approdato in Unicredit. Ora la banca senese vale quasi 9 miliardi. Ai tempi aveva 1,5 miliardi di capitale a cui sono stati aggiunti 2,5 miliardi di ricapitalizzazione: è salita di oltre il 100% di valore ma Orcel sottolinea che nel frattempo il titolo Unicredit si è moltiplicato per cinque. “Quindi dal nostro punto di vista è stata la decisione giusta”.