UniCredit-Bpm: Orcel incassa il primo verdetto Ue. Tutti i dettagli su decisioni e condizioni

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Arriva il primo atteso verdetto per l’operazione UniCredit-Banco Bpm. Si tratta del via libera dall’Antitrust europeo all’Ops lanciata lo scorso novembre dal gruppo guidato da Orcel nei confronti dell’istituto di Piazza Meda.
Ma vediamo nel dettaglio le decisioni annunciate oggi e le condizioni (riguardano la cessione di oltre 200 sportelli).
Intanto in Borsa i due titoli si avviano a chiudere in calo la seduta: UniCredit cede ora l’1,5% circa, mentre Banco Bpm viaggia sotto i 10 euro, mostrando una flessione del 2,5% circa.
Ops Unicredit-Banco Bpm: via libera da Bruxelles
La Commissione europea ha approvato il progetto di acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit. Un via libera condizionato, si legge nella nota di Bruxelles, “al pieno rispetto degli impegni assunti da UniCredit per rispondere alle preoccupazioni della Commissione relative al livello di concorrenza nel settore bancario italiano”. Allo stesso tempo, è stata la richiesta dell’autorità garante della concorrenza italiana di deferire la fusione alla sua valutazione ai sensi della normativa italiana sulla concorrenza”. Non è stata ancora espressa alcuna decisione in merito all’applicazione del Golden Power da parte del Governo italiano sull’operazione e non è prevista una deadline specifica su questo fronte.
Nel comunicato ufficiale, al termine dell’indagine effettuata da parte della Commissione, sono stati messi in evidenza alcuni punti:
- A livello locale, la fusione proposta solleverebbe alcuni timori in termini di concorrenza per i depositi e prestiti, sia per i consumatori retail sia i servizi bancari alle PMI. Data la forte sovrapposizione orizzontale tra le attività e le filiali delle società in 181 aree locali, la Commissione era preoccupata che le società avrebbero avuto “un potere di mercato eccessivo che potenzialmente porterebbe a un aumento dei prezzi e a una riduzione della concorrenza in tali aree”.
- A livello regionale, l’operazione proposta non solleverebbe, invece, preoccupazioni in termini di concorrenza per i servizi bancari dei grandi clienti corporate, poiché diversi altri concorrenti consolidati rimarrebbero attivi sul mercato anche dopo l’operazione.
- L’operazione non comporta, infine, preoccupazioni lato i possibili rischi di coordinamento nel mercato bancario italiano, a causa della natura frammentata e competitiva del mercato; della scarsa trasparenza dei prezzi al consumo; e del limitato monitoraggio da parte dei concorrenti del rispettivo comportamento di mercato sia a livello regionale sia provinciale.
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La cessione di 209 filiali
Per rispondere alle preoccupazioni della Commissione in materia di concorrenza, UniCredit si è impegnata a cedere 209 filiali fisiche situate in aree locali in tutta Italia.
“Questi impegni risolvono pienamente le preoccupazioni in materia di concorrenza individuate dalla Commissione, eliminando la sovrapposizione orizzontale tra le attività delle società in tali aree e garantendo il mantenimento della concorrenza – puntualizza la Dg Comp -. Dopo il riscontro positivo ricevuto durante il test di mercato, la Commissione ha concluso che l’operazione, come modificata dagli impegni, non solleverà più preoccupazioni in materia di concorrenza nei mercati dei depositi e dei prestiti, sia per i consumatori al dettaglio sia per le PMI. Questo perché, a seguito della cessione, le quote di mercato combinate dell’entità risultante dalla fusione nelle aree locali interessate saranno moderate”.