Notizie Notizie Italia Un anno dai festeggiamenti sul balcone di Di Maio & Co. Mercati premiano la ‘nuova’ Italia in attesa manovra

Un anno dai festeggiamenti sul balcone di Di Maio & Co. Mercati premiano la ‘nuova’ Italia in attesa manovra

27 Settembre 2019 16:47

Esattamente un anno fa, il 27 settembre del 2018, un euforico e trionfante Luigi Di Maio, accompagnato dai suoi colleghi di partito, festeggiava sul balcone di Palazzo Chigi la “manovra del cambiamento”. Era il giorno in cui il governo gialloverde aveva raggiunto un accordo sulla nota di aggiornamento al Def per il 2019, come certificato da una nota dei due vicepremier Di Maio e Matteo Salvini:

“Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento”.

“Una manovra meditata, ragionevole e coraggiosa. Abbiamo programmato il più consistente piano di investimenti pubblici che sia mai stato realizzato in Italia”, annunciava il premier Giuseppe Conte del governo M5S-PD.

Sui social infuriava l’hashtag #balcone, che ha continuato a ripresentarsi anche nelle settimane e nei mesi successivi, quando via via l’entusiasmo degli stessi Di Maio e Salvini si è smorzato, andando a scontrarsi contro il duro scoglio della realtà.

La capitolazione è stata quasi immediata visto che, neanche due mesi dopo i festeggiamenti del M5S sul balcone, il governo Conte 1, lo si può chiamare ora, era costretto ad abbassare la testa, rivedendo al ribasso sia quelle stime sul Pil per il 2019 che l’allora ministro dell’economia Giovanni Tria aveva definitivo conservative, (crescita pari a ben +1,5%), sia quelle previsioni sul deficit che, dal 2,4%, scendevano al 2,04%.

Elettori e simpatizzanti del M5S e della Lega iniziavano a parlare di promesse tradite.

Nelle settimane precedenti, d’altronde, entrambi i due vicepremier, inebriati dalle proprie convinzioni, avevano tuonato più volte contro i mercati, facendosi paladini dei diritti dei semplici cittadini, superiori secondo loro a qualsiasi eventuale interesse particolaristico del mondo della finanza.

Gli stessi erano stati costretti alla fine a capitolare, anche loro, di fronte ai diktat di Bruxelles.

Un anno dalla festa del balcone, quel governo non c’è più

Oggi, 27 settembre 2019, è passato esattamente un anno da quei festeggiamenti che hanno avuto come palcoscenico il balcone di Palazzo Chigi.

E oggi, a un anno dal giorno più euforico del governo M5S-Lega, quel governo non c’è più. C’è il governo M5S-PD, e i toni verso Bruxelles, in vista della legge di bilancio del 2020, sono decisamente più concilianti.

Oggi è anche tempo di previsioni, vista l’imminente fine dell’anno, e in considerazione degli imminenti sviluppi che riguarderanno oltre alla legge di bilancio per il 2020, anche le ripercussioni sull’economia italiana sia di un eventuale no-deal Brexit che della guerra commerciale che, tra una speranza di un accordo o di una esenzione dai dazi, comunque va avanti tra Stati Uniti e Cina.

Analisti e divisioni di ricerca di banche d’affari snocciolano i loro report, mentre gli operatori di mercato rivolgono all’Italia uno sguardo sicuramente più benevolo, rispetto a quello severo e sospettoso di quando al governo c’era l’asse M5S-Lega.

Il sentiment nei confronti dell’Italia è sicuramente cambiato. Come ha certificato anche la Bce di Mario Draghi nel bollettino economico diramato qualche ora fa, con il nuovo governo l’Italia si è confermata anche eccezione del mercato dei titoli di stato dell’area euro, con lo spread che è sceso di ben 110 punti base dai giorni dell’attesa per il nuovo governo giallorosso.

E se è vero che neanche un nuovo governo può per ora togliere quella macchia quasi indelebile che assilla l’Italia, ovvero quella che la rende famosa per essere l’ultima della classe in termini di crescita in Europa, è altrettanto vero che i bond sovrani made in Italy non fanno più paura come prima.

Certo, dal report di Barclays si evince chiaro e tondo che, almeno per i prossimi trimestri, la crescita dell’Italia rimarrà inchiodata attorno allo zero.

Per altri analisti, lo zero virgola sarà però meno peggio delle precedenti stime, e magari non avrà un segno meno davanti.

Occhio per esempio al Rapporto di settembre 2019 diffuso da Prometeia, relativo alle previsioni economiche, da cui emerge che l’istituto conferma la stima di un Pil italiano +0,1% nel 2019, ma rivede al rialzo, sebbene in misura quasi impercettibile, l’outlook per il 2020, che passa dal +0,5% di luglio al +0,6%.

Tutto questo, in un contesto di “forte rallentamento dell’economia mondiale” che, tuttavia, almeno per Prometeia non creerà una recessione.

Inoltre, si legge, “l’Italia beneficia della riduzione dei tassi e del rischio sovrano: una nuova occasione per riportare il debito pubblico su un sentiero decrescente e riavviare le riforme strutturali”.

Prometeia stima un rapporto deficit/Pil all’1,9% nel 2019 e, non prevedendo alcun aumento dell’Iva l’anno prossimo, al 2,1% nel 2020: non tanto più alto, per merito della minore spesa per interessi che l’Italia dovrà sostenere, a causa della flessione registrata dallo spread BTP-Bund.

Flessione destinata a continuare, visto che l’istituto stima uno spread, nel periodo compreso tra il 2020 e il 2022, a 120 punti base in media.

A un anno dai festeggiamenti sul balcone, l’Italia sembra stare meglio e i toni, senza la Lega di Matteo Salvini, sono sicuramente più dimessi: è per questo che la febbre dello spread si è notevolmente smorzata.

Segnali di fiducia arrivano anche dalle aste dei titoli di stato italiani, che mettono in evidenza tassi ai minimi storici, mai visti in precedenza.

Una occasione che l’Italia, secondo in tanti, non può permettersi ora di sprecare.