Ue alla prova dei conti e degli aiuti: debito pubblico/Pil salito all’85,1% nel 2010
Tutti i Paesi dell’Unione europea, nessun escluso, vede peggiorare il proprio debito pubblico in rapporto al Prodotto interno lordo (Pil) nel 2010. Una conseguenza anche degli aiuti elargiti nel corso dei mesi scorsi per salvare i Paesi dell’Eurozona in difficoltà. I dati, diffusi oggi dall’Eurostat, evidenziano infatti l’impatto dei piani salva-Stati e salva-banche effettuati nel Vecchio continente per superare la crisi. E questo è solo l’inizio. Perchè a giugno, con la prossima ondata di dati aggiornati al marzo 2011, verranno incluse anche le ultime tranche di aiuti all’Irlanda. E poi in coda rimarrà il piano di salvataggio del Portogallo, ancora in fase di definizione.
Secondo l’ufficio statistico della Comunità europea, il rapporto tra debito pubblico e Pil dell’Eurozona nel 2010 è salito all’85,1% dal 79,2% del 2009. Ben 14 Stati membri hanno visto questo rapporto sorpassare la soglia del 60% (Grecia, Italia, Belgio, Irlanda, Portogallo, Germania, Francia, Ungheria, Regno Unito, Austria, Malta, Olanda, Cipro e Spagna). La peggiore situazione la si vede in Grecia, dove debito pubblico/Pil è schizzato lo scorso anno al 142,8% dal precedente 127,1%. La segue l’Italia, con un rapporto al 119% dal 116,1% dell’anno prima. Irlanda, Portogallo e Spagna, le altre spine nel fianco dell’Eurozona, vedono questo tasso salire rispettivamente al 96,2%, al 93% e al 60,1%.
A peggiorare questo rapporto è stato l’aumento del debito pubblico, che per l’Eurozona è avanzato a 7.837.207 milioni di euro nel 2010 dai precedenti 7.116.276 milioni. Tra i singoli Paesi, il più alto debito è quello tedesco con 2.070.629 milioni di euro. Subito dietro si posiziona l’Italia con 1.843.015 milioni di euro di debito pubblico, e poi la Francia, con 1.591.169 milioni.
Ma la situazione sui conti è in continua evoluzione, così come quella degli aiuti. Sono infatti ancora in corso i colloqui tra Bce-Ue-Fmi con il governo del Portogallo, le principali associazioni di imprenditori del Paese, i sindacati e la banca centrale per negoziare l’accordo di salvataggio fra 75 e 90 miliardi di euro. La bozza del piano è attesa alla fine di questa settimana, mentre la trattativa finale fra Ue-Fmi e governo si svolgerà a inizio maggio. L’accordo definitivo dovrebbe essere ratificato il prossimo 16 maggio dai ministri finanziari europei.
Intanto non si zittiscono le voci su una possibile ristrutturazione del debito in Grecia. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, finora smentite dalla Banca centrale europea, Atene sarebbe pronta a concordare un allungamento della durata dei prestiti da 3 a 7,5 anni. E non è escluso un aumento del programma di salvataggio dagli attuali 110 miliardi di euro a 140 miliardi. Le nuove possibili condizioni potrebbero essere fissate già entro giugno.