Ubi Banca: trimestre in rosso ma sopra le attese, cala esposizione verso titoli italiani
Trimestrale tinta di rosso per Ubi Banca. Il gruppo ha chiuso i primi nove mesi del 2011 con un utile netto in calo del 7,6% a 183,7 milioni di euro contro i 197,7 milioni dell’analogo periodo dell’anno scorso. Al netto delle poste non ricorrenti e dell’adeguamento dell’Irap, l’utile netto ammonta a 108,7 milioni di euro, in flessione del 4,3% rispetto ai 113,6 conseguiti nei primi nove mesi del 2010. Nel terzo trimestre la banca ha riportato una perdita di pertinenza della capogruppo pari a 69,041 milioni di euro (contro i +95,660 milioni dell’anno prima). Mentre l’utile, depurato dalle poste non ricorrenti, si è attestato a 26,4 milioni di euro rispetto ai 50,1 milioni di un anno fa. Sul trimestre ha pesato in particolare la svalutazione della partecipazione in Intesa per 109,2 milioni.
Al 30 settembre 2011 le attività finanziarie del gruppo rappresentano l’8% del totale dell’attivo e sono pari a 10,7 miliardi. A dicembre 2010 erano paria 13,1 miliardi e un anno prima a 13,9 miliardi. I titoli di stato italiani attualmente in portafoglio calano a 7,7 miliardi di euro rispetto ai 9,6 miliardi a dicembre 2010 e ai 10,1 miliardi di settembre 2010.
Al 30 settembre 2011 le attività finanziarie del gruppo rappresentano l’8% del totale dell’attivo e sono pari a 10,7 miliardi. A dicembre 2010 erano paria 13,1 miliardi e un anno prima a 13,9 miliardi. I titoli di stato italiani attualmente in portafoglio calano a 7,7 miliardi di euro rispetto ai 9,6 miliardi a dicembre 2010 e ai 10,1 miliardi di settembre 2010.
Per Equita si tratta di una trimestrale migliore delle attese ad eccezione del deludente trading income risultato negativo per 24 milioni di euro. La sim milanese sottolinea anche l’avvio di una riorganizzazione del gruppo. Il nuovo modello di servizio prevede la costituzione di una nuova Divisione “Large Corporate e Investment Banking”, una razionalizzazione del comparto “credito al consumo” e una creazione di un polo bancario nord-ovest. In particolare, è stata varata la fusione di Centrobanca e Banca24-7. “Notizia positiva – commentano gli esperti – ma avremmo auspicato una soluzione più incisiva con l’abbandono del modello federale”.
Il contesto attuale rende estremamente complesso prevedere l’evoluzione della gestione, a causa delle forti incertezze circa la risoluzione delle tensioni sui debiti sovrani e del possibile trasferimento degli effetti della crisi finanziaria sull’economia reale. E’ comunque ancora ipotizzabile una sostanziale tenuta del margine di interesse e delle commissioni, mentre la componente finanza sarà condizionata dall’evoluzione della situazione politica nazionale e internazionale.
I proventi operativi dei primi nove mesi dell’anno si sono attestati a 2,534 miliardi, in flessione del 2% rispetto al 2010 e il margine d’interesse ha totalizzato 1,575 miliardi di euro, in riduzione dell’1,2% rispetto ad un anno fa. Nel terzo trimestre dell’anno, il margine d’interesse si è attestato a 534,2 milioni, in calo dell’1,7% rispetto all’analogo trimestre del 2010. Le commissioni nette nei nove mesi hanno segnato una crescita dello 0,8% attestandosi 878,6 milioni di euro mentre sul trimestre sono calate dello 0,9% a 292 milioni di euro.
Nei nove mesi il risultato netto dell’attività finanziaria è stato negativo per 16,7 milioni di euro rispetto ai +13,5 milioni di un anno fa mentre nel primo trimestre Ubi Banca ha evidenziato una perdita pari a 23,9 milioni di euro.
L’esposizione netta interbancaria si attestata a fine periodo a -3,3 miliardi di euro (-3,7 miliardi a settembre 2010 e -2,3 miliardi a dicembre 2010). Nel terzo trimestre del 2011 i finanziamenti presso la Bce ammontano a 3,5 miliardi, di cui 1,5 miliardi con scadenza settimanale, e, a partire da novembre 2011, 1 miliardo a un mese e 1 miliardo a un anno. Ad oggi, le attività rifinanziabili presso la Banca Centrale ammontano complessivamente, al netto degli haircut, a 7,6 miliardi di euro.
L’istituto di credito conferma l’assenza di titoli governativi greci, portoghesi e irlandesi, mentre ammette un’esposizione di 11,6 milioni (erano 2,5 milioni a giugno 2011) in titoli di stato spagnoli.
Gli indici patrimoniali di Ubi Banca, calcolati pro-forma per renderli comparabili con i dati di giugno, e quindi al netto di un ipotetico dividendo, registrano le seguenti consistenze: Core Tier 1 all’8,26%, Tier 1 all’8,78%, Total capital Ratio al 13,17% (rispettivamente 8,2%, 8,71% e 13,02% a giugno 2011).
Nel giorni della prova dei conti, Ubi Banca è negativa a Piazza Affari. Il titolo cede l’1,64% a 2,76 euro ma sovraperforma il resto del comparto bancario.