E’ il turno di Spagna e Francia. Spread record, deboli indicazioni da asta spagnola
Rimangono alte le tensioni sul mercato obbligazionario europeo. Oggi sotto tiro principalmente i titoli di stato spagnoli e francesi con lo spread di ambedue che ha toccato i nuovi massimi dall’introduzione dell’euro rispetto al Bund tedesco. In entrambi i casi sono state superate soglie critiche importanti: il differenziale di rendimento tra gli Oat a 10 anni francesi e i titoli tedeschi con analoga scadenza ha superato la soglia dei 200 punti base con rendimento salito oltre il 3,80%. Lo spread tra il decennale spagnolo e quello tedesco è invece salito oltre la soglia dei 500 punti base dopo le deludenti indicazioni arrivate dall’asta odierna.
Forte aumento dei rendimenti nell’asta di titoli di stato spagnoli a 10 anni. Madrid ha collocati titolo per 3,56 miliardi di euro, poco oltre la metà della forchetta tra 3 e 4 miliardi prevista. I rendimenti sono saliti al 6,975%, sui massimi dal 1997. Quest’anno il rendimento massimo a cui erano stati collocati i titoli decennali era stato il 5,986% dell’asta del 21 luglio scorso. Confortanti riscontri invece dalla domanda, pari a 1,5 volte il quantitativo offerto.
Domenica importante appuntamento in Spagna con le elezioni politiche.
Rendimenti in rialzo anche nell’asta di titoli di stato francesi tenutasi oggi. Ammontano a 950 milioni di euro i titoli con scadenza settembre 2013 collocati con rendimento medio dell’1,85% rispetto all’1,31% dell’asta di titoli di analoga scadenza tenutasi lo scorso 20 ottobre. Collocati anche titoli con scadenza luglio 2015 per 1,069 mld di euro con rendimento del 2,44% dall’1,96% di ottobre. Infine collocati titoli con scadenza luglio 2016 per 3,332 mld con rendimento medio salito al 2,82% dal 2,31% dello scorso mese.
Buona la domanda con bid-to-cover pari a 1,678 per i titoli con scadenza 2016; 2,403 per quelli con scadenza 2015 e 3,873 per quelli con scadenza settembre 2013.
Martedì uno studio del Lisbon Council ha evidenziato come la situazione francese a livello di crescita, competitività e debito sia la peggiore tra i 6 Paesi Ue che godono di un rating Tripla A, cioè la massima valutazione possibile per il debito. L’aumento delle pressioni su Parigi per ulteriori misure di risanamento dei conti pubblici è stato testimoniato settimana scorsa dalle parole della Commissione Ue che ha caldeggiato nuove misure per un rientro del deficit in tempi più brevi.
Francia che si schiera a favore di maggiori poteri alla Bce. “Siamo favorevoli all’intervento del fondo di stabilità e della Bce per fornire le migliori risposte alla crisi”, ha dichiarato il ministro delle Finanze transalpino, François Baroin, al quotidiano economico Les Echos. Francia che quindi si mostra propensa a un ruolo maggiore della Bce, mentre la Germania si mantiene contraria a un intervento diretto dell’istituto centrale europeo.