Turismo: vacanze per quasi 2 milioni di italiani in più, ma budget si riduce del 18%. Ecco le mete preferite
I concreti segnali di ripresa in arrivo dall’economia, in particolare l’aumento dell’occupazione, alimentano la voglia di vacanze degli italiani. L’estate 2015 dovrebbe vedere un sostanzioso aumento del numero degli italiani che “staccano la spina” per le sospirate ferie estive. Di contro si riduce il budget: 840 euro la spesa media per persona prevista. Sono i principali riscontri dell’indagine di Confesercenti ed SWG sulle vacanze estive degli italiani.
Vacanze per quasi 2 milioni di italiani in più, budget medio giù del 18%
In occasione dell’estate 2015, ha intenzione di andare in vacanza il 68% degli italiani, per un totale di oltre 32 milioni di persone, quasi 2 milioni in più dello scorso anno. Rimane bassa, però, la spesa media prevista per persona: per quest’anno la stima è di 840 euro, il 18% di meno dei 1.022 euro indicati nel 2010, prima della crisi finanziaria. La consueta indagine di Confesercenti ed SWG rimarca sia alta l’attenzione a quanto si ‘investe’ nelle ferie: i vacanzieri che hanno intenzione di spendere meno della scorsa vacanza passano dal 34% al 36%, quasi un milione in più; a questi si aggiunge una quota del 29% che manterrà invariato il budget. Il 45% di chi va in vacanza indica proprio le disponibilità economiche come fattore decisivo nella scelta.
In occasione dell’estate 2015, ha intenzione di andare in vacanza il 68% degli italiani, per un totale di oltre 32 milioni di persone, quasi 2 milioni in più dello scorso anno. Rimane bassa, però, la spesa media prevista per persona: per quest’anno la stima è di 840 euro, il 18% di meno dei 1.022 euro indicati nel 2010, prima della crisi finanziaria. La consueta indagine di Confesercenti ed SWG rimarca sia alta l’attenzione a quanto si ‘investe’ nelle ferie: i vacanzieri che hanno intenzione di spendere meno della scorsa vacanza passano dal 34% al 36%, quasi un milione in più; a questi si aggiunge una quota del 29% che manterrà invariato il budget. Il 45% di chi va in vacanza indica proprio le disponibilità economiche come fattore decisivo nella scelta.
Per chi non partirà per le vacanze il freno più diffuso è quello lavorativo. L’11% di chi ha deciso di rinunciare alle ferie lo farà proprio perché impegnato nel lavoro: si tratta del livello più alto registrato negli ultimi 5 anni. Chi non si concederà vacanze, però, lo farà soprattutto per questioni di budget: a fronte di una maggior propensione complessiva, chi rimane a casa lo fa più che in passato per ragioni economiche. Il 51%, infatti, adduce come motivo il non potersi permettere le ferie, il 9% in più dello scorso anno. Il 12% segnala invece problemi familiari – assistenza a familiari, malati, bimbi piccoli – e il 13% sostiene, invece, che andrà in un altro periodo.
Le destinazioni: vince il mare, ma effetto Expo aumenta appeal delle città
Il 2015 segna anche il ritorno della più classica vacanza di relax al mare, destinazione indicata da oltre un vacanziere su due (il 54%). “Si nota una polarizzazione su questa preferenza a discapito di tutte le altre, le quali sono tutte in leggero calo tranne le città metropolitane, probabilmente grazie all’effetto EXPO”, si legge nel rapporto di Confesercenti-SWG.
La Croazia sorpassa la Spagna come prima metà estera
Tra le destinazioni italiane, la più gettonata rimane come lo scorso anno la Puglia, che raccoglie il 17% delle preferenze ed è seguita da Sicilia (14%) e Toscana (13%). All’estero, la Spagna perde la supremazia che conservava dal 2008: viene superata infatti dalla Croazia, indicata quest’anno dal 27%. In grande calo il Regno Unito: quest’anno lo sceglierà il 4%, la scorsa estate è stato il triplo, il 12%. Bene la Grecia, in crescita dal 19 al 23%.
Casa in affitto per risparmiare
Aumenta la propensione a scegliere la casa in affitto, indicata come alloggio dal 25% contro il 15% dello scorso anno. Una crescita guidata, molto probabilmente, dal boom dei servizi web per gli affitti brevi. Gli alberghi rimangono però in cima alle preferenze: quest’anno uno su tre, pari al 36%, opterà per un soggiorno in hotel. Nonostante il budget ancora ridotto, cresce la richiesta di servizi da parte dei viaggiatori. Il 40% – dal 31% della scorsa estate – non rinuncia al collegamento Wi-Fi, il 18% ritiene necessaria la presenza di una piscina (contro il 12% del 2014), mentre l’11% vuole usufruire di servizi benessere, dal massaggio alla sauna.
Aumenta la propensione a scegliere la casa in affitto, indicata come alloggio dal 25% contro il 15% dello scorso anno. Una crescita guidata, molto probabilmente, dal boom dei servizi web per gli affitti brevi. Gli alberghi rimangono però in cima alle preferenze: quest’anno uno su tre, pari al 36%, opterà per un soggiorno in hotel. Nonostante il budget ancora ridotto, cresce la richiesta di servizi da parte dei viaggiatori. Il 40% – dal 31% della scorsa estate – non rinuncia al collegamento Wi-Fi, il 18% ritiene necessaria la presenza di una piscina (contro il 12% del 2014), mentre l’11% vuole usufruire di servizi benessere, dal massaggio alla sauna.
“Dalle rilevazioni emerge un quadro complessivamente positivo, rafforzato anche dal meteo estivo: l’arrivo di Scipione e la prospettiva di un’estate calda contribuiscono ad aumentare la voglia di vacanza degli italiani”, commenta Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo Confesercenti. “I nostri connazionali appaiono un poco meno preoccupati della scorsa estate: un miglioramento del clima che si riflette anche sul turismo interno. Gli operatori turistici possono tornare a sorridere, anche se – purtroppo – la ripresa ancora non si è trasmessa alla spesa, che resta sottodimensionata. Adesso è necessario capitalizzare questi primi spiragli di ripartenza: per farlo serve una svolta profonda delle politiche turistiche. Il settore soffre ancora e ha bisogno di interventi, anche sul fronte della promozione, per aiutare lo la ripresa del turismo sui territori. Ma serve agire anche sul fisco, per ripristinare condizioni paritarie di concorrenza con gli altri Paesi europei sull’Iva, da noi ancora troppo elevata”.