TTIP: allarme Coldiretti, rischi per il vino (ma non solo) Made in Italy
Dopo la denuncia di Greenpeace (leggi QUI), sul TTIP arriva l’allarme di Coldiretti. L’associazione italiana delle imprese agricole esprime preoccupazione per le notizie sull’andamento delle trattative tra Unione europea e Stati Uniti riguardanti il trattato transatlantico di libero scambio. In particolare l’intenzione da parte americana di continuare ad usare denominazioni generiche per i prodotti alimentari europei, compresi quelli made in Italy, favorendo il fenomeno del falso sulla tavola internazionale e danneggiando i produttori originali.
Rischi per il vino italiano, ma non solo
L’allarme di Coldiretti riguarda soprattutto il vino italiano. “Il TTIP deve assicurare la tutela dei vini italiani rispetto a un fenomeno, quello del falso Made in Italy, assai diffuso sul mercato Usa dove ha superato il valore di 20 miliardi di euro”, spiega l’associazione. Il risultato è che oggi il Chianti si produce in California, mentre sempre negli States è possibile acquistare del Marsala Wine. Ma il fenomeno del falso vino Made in Italy trova un forte impulso anche dalle opportunità di vendita attraverso la rete dove è possibile acquistare pseudo vino ottenuto da polveri contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette italiane più prestigiose. Secondo Coldiretti il fenomeno rischia di trovare ulteriore spazio con il TTIP. Nelle trattative “gli americani hanno ribadito la loro intenzione di continuare ad usare le denominazioni semigeneriche dei vini europei, come gli italiani Chianti, Marsala, il greco Retzina, il portoghese Madeira e i francesi Chablis e Champagne”, denuncia l’associazione.
Il Made in Italy tarocco a stelle e strisce non riguarda però il solo vino ma colpisce tutti i comparti dell’export tricolore, dai pomodori san Marzano all’olio d’oliva fino ai salumi, mentre addirittura il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano negli States è fasullo nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese. In gioco c’è un consistente interscambio economico visto che per la prima volta le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Usa hanno superato nel 2015 i 3,6 miliardi di euro con un aumento del 20 per cento. E proprio il vino è il prodotto italiano più apprezzato dagli americani con 1,3 miliardi”.
“Ma sul tavolo del TTIP – avverte Coldiretti – ci sono anche altri argomenti scottanti su cui l’Europa non deve abbassare la guardia dalla carne agli ormoni al pollo alla varechina che rischiano di finire nel piatto dei cittadini italiani ed europei, fino alla questione degli Ogm“.