Trump pronto a blindare FCA. Ma occhio a grafico break-up di Goldman Sachs
Una qualsiasi eventuale acquisizione di FCA da parte di un qualsiasi produttore di auto cinese dovrà prima di tutto superare un importante test: quello del Committee on Foreign Investment in the United States, che opera sotto il controllo del dipartimento del Tesoro. E che in ogni momento può decidere di bocciare o frenare un eventuale accordo: soprattutto se si tratta, come in questo caso, di Fiat Chrysler e/o dei suoi brand made in Usa. E soprattutto se l’amministrazione è quella dell’America First di Donald Trump pronto, secondo le indiscrezioni, a scendere in campo per difendere il marchio Jeep da ogni potenziale aggressore.
Se poi l’aggressore è cinese, Trump è pronto ad affilare le armi. Lo può fare proprio attraverso questa Commissione che, come ricorda Automotive News, “è responsabile della supervisione di accordi che incidono sul controllo di aziende e brand americani, anche se la società controllante è estera, come nel caso di Fiat Chrysler Automobiles”.
La revisione può durare un mese o più, e per gli accordi che implicano alleanze con partner cinesi può richiedere tempi anche maggiori.
Automotive News scrive che una revisione di tal genere “non è un ostacolo facile da superare”, e allo stesso tempo aggiunge che almeno un produttore cinese di auto è pronto a presentare una proposta sugli asset di FCA alla Commissione. Finora, il panel ha bloccato solo due accordi.
E mentre il titolo continua a essere ostaggio dei rumor – la pioggia di buy è scattata, oltre che per l’interesse della cinese Great Wall Motors, anche per le indiscrezioni su una possibile strategia che punterebbe allo spin off di Maserati, Alfa Romeo, Magneti Marelli – il Wall Street Journal ha fatto notare nel fine settimana che “Sergio Marchionne si sta affannando a definire un piano di sopravvivenza per il produttore di auto che vale meno della somma delle sue parti“.
In particolare è Goldman Sachs che stima che “l’equity value” delle divisioni di Fiat Chrysler, che includono per l’appunto Maserati, è superiore di tre volte rispetto all’attuale capitalizzazione di mercato, che si aggira attorno a $22 miliardi. Il grafico dice tutto.
Nelle ultime ore si sono diffusi inoltre nuovi rumor di M&A su una fusione con la sudcoreana Hyundai-Kia.
A prescindere da quello che sarà il futuro di FCA, sicuramente il rally ha fatto bene agli azionisti del gruppo.
A tal proposito Il Sole 24 Ore oggi fa il punto della situazione del “tesoro privato” dell’AD Sergio Marchionne che, oltre a essere il numero uno di Fiat Chrysler, è anche socio privato con un pacchetto azionario di 14,6 milioni. Che ora vale 181 milioni di euro.
Ma Marchionne, continua l’articolo, non si è limitato certo a puntare solo su FCA e detiene pacchetti azionari di tutto rispetto anche in Cnh Industrial e Ferrari.
Pacchetti il cui valore è salito al punto da portare il tesoro privato del ceo a valere mezzo miliardo di euro.