Truffe online e il nuovo alert di Consob sui raggiri. Ecco come difendersi
Ancora una volta la Consob accende un faro sulle truffe finanziarie che sono sempre più all’agguato, mettendo in guardia i risparmiatori italiani. Con tanto di comunicato ufficiale diffuso oggi in cui lancia un’avvertenza (insomma un vero e proprio warning) per mettere in guardia contro le tante insidie che minacciano gli investitori:
Attenzione alle truffe finanziarie! Che arrivino via web o per telefono, che propongano offerte in criptovalute, in azioni di aziende con marchi molto noti o che addirittura abusino del nome della stessa Consob, per ingannare i risparmiatori, il risultato è sempre lo stesso: chi cade nella trappola, perde i suoi soldi
Non è la prima volta che Consob richiama l’attenzione dei risparmiatori sull’importanza di utilizzare estrema diligenza per effettuare in piena consapevolezza le scelte di investimento. Seguendo dei comportamenti che definisce “di comune buon senso, imprescindibili per salvaguardare il proprio risparmio“. Tra questi, la verifica preventiva, per i siti che offrono servizi finanziari, che l’operatore tramite cui si investe sia autorizzato e, per le offerte di prodotti finanziari, che sia stato pubblicato il prospetto informativo.
Le truffe, sotto varie forme
L’autorità di vigilanza guidata da Paolo Savona entra più nel dettaglio e fa ricorso alla storia di Pinocchio di Collodi per rendere bene l’idea: “Le truffe possono assumere le forme più disparate. Tutte hanno in comune la promessa di guadagni altissimi in tempi brevissimi, riproponendo lo schema del gatto e della volpe e dell’albero degli zecchini d’oro, reso celebre da un episodio di Pinocchio, la fiaba di Collodi“. Non solo, Consob mette in guardia i risparmiatori dal fatto che “l’armamentario dei truffatori può ricorrere a personaggi famosi dello sport o dello spettacolo, la cui immagine viene sfruttata impropriamente per consigliare investimenti dai rendimenti favolosi”.
Sfruttato anche il logo Consob
Lo stesso logo della Consob è sfruttato per prospettare ai risparmiatori già truffati l’ipotesi ingannevole di un recupero crediti, che in realtà non è altro che una truffa dopo la truffa. Ma l’autorità sottolinea come non siano iniziative che nulla hanno a che vedere con la Consob. In conclusione, l’Autorità richiama “l’attenzione dei risparmiatori affinché adottino tutte le cautele del caso quando vengono sollecitati ad aderire ad offerte dall’apparenza straordinariamente promettente, promosse il più delle volte da intermediari abusivi”.
Come difendersi
Sul sito Consob è spiegato passo passo come difendersi, partendo proprio dalla verifica del fatto che il soggetto sia autorizzato o meno. Inoltre, Consob spiega che con l’autorizzazione il soggetto viene iscritto nell’elenco delle SIM tenuto dalla stessa autorità. Inoltre, nel sito della Consob è possibile consultare anche l’elenco delle imprese di investimento comunitarie che operano in Italia: con succursale; oppure in regime di libera prestazione, cioè senza succursale.
Consob: siti bloccati raggiungono quota mille a fine 2023
Quota 1000. Ha raggiunto questa quota il numero dei siti internet che la Consob, a tutela dei risparmiatori, ha bloccato per abusivismo finanziario in Italia. Una soglia storica, raggiunta in poco più di quattro anni di attività, dopo che nell’ultima “stretta” la Consob ha ordinato l’oscuramento di 5 nuovi siti web che offrono abusivamente servizi finanziari. Numeri diffusi dall’Autorità guidata da Savona lo scorso dicembre che ha anche messo nero su bianco l’ultima tornata di oscuramenti che ha riguardato i siti “Bitblanco” (sito www.bitblanco.co e relativa pagina https://webtrader.bitblanco.co); “StormInvest” (sito https://storminvest.io); Cryptogo365 Ltd (sito https://cryptogo365.com); “TCRinvest” (sito internet https://tcrinvest.com e relativa pagina https://trading.tcrinvest.com); “EuroXTradeFX” (sito www.euroxtradefx.com).
A fine 2023 il numero dei siti oscurati è così salito a mille, una cifra che si ottiene sommando i provvedimenti adottati da luglio 2019, quando il “decreto crescita” (legge n. 58 del 28 giugno 2019, articolo 36, comma 2-terdecies) ha attribuito alla Consob il potere di ordinare ai fornitori di servizi di connettività internet l’inibizione dell’accesso, dall’Italia, ai siti web tramite cui vengono offerti servizi finanziari senza la dovuta autorizzazione.