Trichet:”L’Ue si difenda sui dazi”. E cita l’Italia come motore dell’unione bancaria

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“Sui dazi l’Europa difenda i suoi interessi”. Jean-Claude Trichet, ex presidente della Banca centrale europea (mandato dal 2003 al 2011, anno in cui lascia il timone a Mario Draghi), lancia un forte appello a tutela del Vecchio Continente, forte della sua costituzione federale, e sul fronte bancario cita il risiko italiano come preludio a una vera unione bancaria europea.
I dazi
“Nel conflitto tariffario con gli Stati Uniti l’Europa deve difendere senza esitazione i propri interessi”, spiega il presidente secondo cui “l’Europa parte da una posizione di relativa forza”nella trattativa commerciale che riguarda i dazi.
Secondo Trichet, ospite di “Young Factor 2025” alla sede della Borsa di Milano, il Vecchio Continente è “già una federazione in materia di negoziazioni commerciali, uno dei pochi ambiti dove la competenza è davvero condivisa a livello europeo. Questo ci consente una capacità negoziale rafforzata – prosegue -. Detto ciò, dobbiamo difendere i nostri interessi senza esitazioni”. Secondo Trichet, “spesso si parla solo del disavanzo commerciale bilaterale statunitense nei beni, ma si trascura il fatto che gli Stati Uniti hanno un forte surplus nei servizi. Questo contraddice la narrativa di un disavanzo complessivo – rimarca -. È fondamentale che l’Europa inserisca anche questo elemento nel dibattito negoziale, perché negli Usa si parla quasi esclusivamente del manifatturiero, un settore politicamente sensibile in chiave elettorale”.
Trump è repubblicano “e ha fatto delle promesse al proprio elettorato” e “a questo punto deve continuare a onorare le sue promesse, a dare almeno l’impressione di volerle onorare. Lui non si imbarazza nel dire bianco un giorno e nero il giorno dopo: per esempio sui dazi ha cambiato rotta” molte volte, ricorda Trichet.
Le banche
Per quanto riguarda il tema cruciale dell’integrazione bancaria. L’Italia sta vivendo un momento di consolidamento nel settore, tra Unicredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi, Mediobanca che secondo Trichet può essere il preludio a una vera unione bancaria europea. “Assolutamente sì. È profondamente anormale che, dopo aver creato il mercato comune, poi il mercato unico e infine la moneta unica, non abbiamo ancora un vero mercato unico bancario”, conclude.
La deglobalizzazione
Quanto al tema della deglobalizzazione, “la pandemia ha mostrato la fragilità delle catene di approvvigionamento globali: mancanze di farmaci, dispositivi medici, forniture critiche. Poi sono arrivati i conflitti: Ucraina, Medio Oriente, le tensioni in Asia. Tutto questo ha aumentato la consapevolezza sui rischi geopolitici – sottolinea -. Non parlerei di deglobalizzazione, direi che il ritmo della globalizzazione sta rallentando in modo significativo. È una fase di rallentamento, non di inversione”.
“Ci sono stati quattro anni in cui io ero bello tranquillo quando stavo alla Bce, poi altri quattro anni molto burrascosi, ho dei ricordi molto vividi di quel periodo”. Così l’ex presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet alla Conferenza internazionale Young Factor in corso a Milano parlando della grande recessione del 2008. “A mio parere la globalizzazione non è stata a repentaglio, però c’è stata una mancanza di una gestione corretta del mondo finanziario. All’epoca pensavamo che avevamo applicato un modello positivo con il laissez faire, una negligenza positiva, quando c’era un eccessivo livello di indebitamento, c’era la crisi del subprime. Bisognava effettivamente fare i conti con il fatto che abbiamo, come dire, trascurato elementi di prudenza in tutti i settori finanziari”, conclude.