Tredicesime in aumento quest’anno, ma non beneficeranno del bonus Renzi
In arrivo il prossimo mese nella busta paga di 33 milioni di italiani la tanto attesa tredicesima. Quest’anno l’entità delle tredicesime si preannuncia leggermente superiore al 2014. Secondo i calcoli della CGIA l’importo che verrà erogato agli italiani sfiorerà i 30 miliardi di euro al netto delle ritenute Irpef. A beneficiarne sarà anche l’erario: le ritenute Irpef assicureranno un gettito di ben 10 miliardi di euro.
Fino a 25 euro in più per lavoratori dipendenti, soli 3 euro in più per pensionati
“Per i lavoratori dipendenti – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – l’importo reale della tredicesima 2015 sarà leggermente superiore a quello percepito l’anno scorso. Nello specifico, si tratta di 14 euro in più per un operaio specializzato, di 16 euro in più per un impiegato, mentre per un capo ufficio l’incremento sarà di 25 euro. Per un pensionato con un assegno mensile netto di poco meno di 1.000 euro al mese, invece, l’aumento rispetto al 2014 sarà di soli 3 euro”. L’Ufficio studi della CGIA ha fatto i conti in tasca a tre importanti categorie di lavoratori dipendenti presenti nel nostro Paese: quella degli operai, quella degli impiegati e quella dei quadri/capo ufficio. Tutti occupati nel settore privato. In più ha analizzato anche la situazione di un pensionato con un assegno mensile netto di poco inferiore ai 1.000 euro (importo medio erogato mensilmente dall’Inps).
“Per i lavoratori dipendenti – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – l’importo reale della tredicesima 2015 sarà leggermente superiore a quello percepito l’anno scorso. Nello specifico, si tratta di 14 euro in più per un operaio specializzato, di 16 euro in più per un impiegato, mentre per un capo ufficio l’incremento sarà di 25 euro. Per un pensionato con un assegno mensile netto di poco meno di 1.000 euro al mese, invece, l’aumento rispetto al 2014 sarà di soli 3 euro”. L’Ufficio studi della CGIA ha fatto i conti in tasca a tre importanti categorie di lavoratori dipendenti presenti nel nostro Paese: quella degli operai, quella degli impiegati e quella dei quadri/capo ufficio. Tutti occupati nel settore privato. In più ha analizzato anche la situazione di un pensionato con un assegno mensile netto di poco inferiore ai 1.000 euro (importo medio erogato mensilmente dall’Inps).
Alla base di questi aumenti ci sono i rinnovi contrattuali di quest’anno che hanno assicurato degli aumenti retributivi medi dell’1,14 per cento e superiori alla crescita dell’inflazione che nel 2015 è stata pari a zero.
“Speriamo – prosegue Zabeo – che una buona parte di questi 30 miliardi di liquidità siano destinati agli acquisti natalizi. Un’opportunità che potrebbe ridar fiato ai magri bilanci di tanti negozianti e piccoli artigiani che anche nel 2015 hanno faticato a mantenere la saracinesca aperta”.
Niente bonus Renzi sulle tredicesime
Va ricordato che le tredicesime dei lavoratori dipendenti non beneficeranno del bonus Renzi. “I dipendenti che anche quest’anno hanno goduto del bonus – conclude Zabeo – non potranno beneficiare di questa agevolazione sulla mensilità aggiuntiva: la legge, infatti, non lo prevede. Anzi, non è da escludere che alcuni dipendenti che hanno percepito lo sconto fiscale fino ad ora siano costretti a restituirlo. Ricordo, infatti, che gli 80 euro in più in busta paga spettano a coloro che non superano i 24.000 euro di reddito e in misura minore se lo stesso è compreso tra i 24.000 e i 26.000 mila euro. Pertanto, se nel corso dell’anno sono state superate queste soglie, senza che il datore di lavoro ne abbia tenuto conto, la restituzione di quanto percepito avverrà con la decurtazione della busta paga di dicembre”.
Va ricordato che le tredicesime dei lavoratori dipendenti non beneficeranno del bonus Renzi. “I dipendenti che anche quest’anno hanno goduto del bonus – conclude Zabeo – non potranno beneficiare di questa agevolazione sulla mensilità aggiuntiva: la legge, infatti, non lo prevede. Anzi, non è da escludere che alcuni dipendenti che hanno percepito lo sconto fiscale fino ad ora siano costretti a restituirlo. Ricordo, infatti, che gli 80 euro in più in busta paga spettano a coloro che non superano i 24.000 euro di reddito e in misura minore se lo stesso è compreso tra i 24.000 e i 26.000 mila euro. Pertanto, se nel corso dell’anno sono state superate queste soglie, senza che il datore di lavoro ne abbia tenuto conto, la restituzione di quanto percepito avverrà con la decurtazione della busta paga di dicembre”.
“Negli ultimi anni – ricorda il Segretario della CGIA Renato Mason – si è assistito ad un crollo vertiginoso dei consumi natalizi in Italia, scesi dal periodo pre-crisi ad oggi di circa il 50 per cento. Si stima che in 7 anni le famiglie hanno tagliato le spese natalizie di oltre 8 miliardi di euro. Speriamo che dal mese prossimo si ritorni a spendere ridando così fiato alla domanda interna che nonostante sia in aumento rimane ancora troppo contenuta”.
A livello territoriale la regione che presenta il maggior numero di percettori è la Lombardia: con quasi 6 milioni di persone (pari al 17,9% del totale). La regione meno “interessata”, invece, è la Valle d’Aosta: 77.000 persone (pari allo 0,2 per cento del totale).