Notizie Trading e Mercati Treasury e Bund in gran rimonta, adesso è la recessione a far paura. I trader scommettono su retromarcia Fed nel 2023

Treasury e Bund in gran rimonta, adesso è la recessione a far paura. I trader scommettono su retromarcia Fed nel 2023

24 Giugno 2022 11:53

Avanza lo spauracchio recessione e di pari passo si attenuano le aspettative di inflazione. E gli investitori reagiscono riposizionandosi sulle obbligazioni. Ieri una doccia fredda è arrivata dall’indice PMI manifatturiero dell’area euro, scivolato in territorio di contrazione, confermando quei timori che aleggiavano da qualche settimana complice anche l’aspettativa di banche centrali aggressive nell’alzare i tassi e che quindi potrebbero provocare un rallentamento più marcato dell’attività economica.

Dopo un picco all’1,92% la scorsa settimana, il rendimento del Bund decennale tedesco è sceso stamattina sotto 1,4%. In forte calo anche i rendimenti del Treasury USA a 10 anni, sceso al livello più basso in due settimane. Anche il rendimento statunitense a due anni, che segue da vicino le aspettative sui tassi di interesse, è sceso al suo punto più basso in due settimane in area 3%, con i trader che adesso scommettono che un’economia più debole potrebbe rallentare il ciclo di rialzo dei tassi della Fed. C’è chi vede il ciclo di rialzi arrestarsi già entro la fine del 2022 e il prossimo anno una possibile retromarcia se l’economia andrà effettivamente in difficoltà.

Banchieri centrali rimangono super hawkish

Nonostante il rischio sulla crescita, i banchieri centrali (ieri hanno parlato sia membri BCE che Fed) continuano a puntualizzare come la priorità sia in questo momento contrastare l’inflazione. Il membro votante Fed, Bowman, ha dichiarato ieri di essere favorevole ad un rialzo di 75 pb nella riunione di luglio e 50 pb nelle riunioni successive. Sempre ieri il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha affermato in una testimonianza al Congresso che l’impegno a ridurre l’inflazione è “incondizionato”. Il giorno prima al Senato Usa aveva rimarcato come lo scenario di recessione era “certamente una possibilità” anche se ha sostenuto che l’economia USA è sufficientemente resiliente per resistere a una politica monetaria più dura.

Fronte Bce, il membro votante Kazmir ha detto di attendere tra un anno i tassi tra 1,5% e 2%, mentre il Presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha sottolineato la necessità di agire in fretta visto i segnali di aspettative d’inflazione in rialzo.

I crescenti rischi di recessione stanno prendendo il sopravvento sui timori di inflazione persistente, anche perché o prezzi delle commodity stanno ritracciando velocemente, in particolare metalli e materie prime agricole, con la possibilità che questo si rifletta nei prossimi mesi con un tasso di inflazione in decelerazione dai massimi.

Kit Juckes, global fixed income strategist di Société Générale, ritiene che ci sarà poca chiarezza nei mercati fino a dopo l’estate. “È tutto chiaro come il fango”, ha detto. “Non importa quanto si alzano i tassi di interesse ora, la domanda sarà rovente quest’estate e poi potrebbe raffreddarsi o forse continuare”.