Tracollo vendite Fca in Italia: crisi nera per marchio Fiat in attesa della 500 elettrica, tiene Jeep
Ancora una volta, più che nel recente passato, il gruppo Fca registra una forte sottoperformance a luglio in Italia. I dati sulle immatricolazioni, che in Italia hanno segnato una lieve contrazione dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2018, evidenziano per il gruppo Fca un tracollo del 19,37%. Il gruppo guidato da Mike Manley perde oltre 5 punti di quota di mercato dal 27,59% al 22,26%. Si tratta dei livelli minimi storici.
Il gruppo FCA ha venduto il mese scorso 34 mila auto, portando il totale da inizio anno a quota 302 mila unità. Un calo a doppia cifra anche da inizio anno (-13%) che testimonia il momento molto difficile in attesa dell’arrivo di nuovi modelli sul mercato.
All’inizio del 2020 dovrebbe arrivare in produzione la nuova 500 elettrica destinata ai mercati europei. Sulla 500 elettrica il gruppo ha previsto 700 mln di euro di investimenti.
Marchio Fiat il peggiore (-24%)
Guardando ai singoli marchi, quello Fiat si ferma a 20 mila unità vendute a luglio registrando un calo percentuale del 24% rispetto dello stesso periodo 2018. Il marchio italiano registra un totale di poco più di 190 mila unità vendute da inizio anno, ossia un calo percentuale del 16% rispetto ai dati dell’anno passato. Male anche Maserati: il brand di lusso di FCA ha toccato 252 unità vendute a luglio, per un totale di 1441 unità da inizio 2019, ossia -19% rispetto ai primi 7 mesi 2018.
Tengono invece i marchi Jeep (+3%) e Lancia (+25%).
Immatricolazioni Italia: diesel ai minimi dal 2001
In generale le immatricolazioni in Italia vedono un record negativo per le vendite di auto diesel che toccano, nel mese, la quota di mercato più bassa da settembre 2001. Da segnalare, invece, come record positivo, la quota di penetrazione raggiunta a luglio dalle autovetture ad alimentazione alternativa, 18%, la più alta dal 2015.
Il Centro Studi Promotor prevede per l’intero 2019 un totale di 1.835.000 immatricolazioni, con un calo del 4% sul 2018 e del 26,4% sul livello massimo del 2007. Sul mercato italiano pesa il quadro economico e la demonizzazione del diesel, che non viene comprato nel timore che sia presto bollato come illegale e troppo inquinante.