Torna spettro recessione per l’Italia, Pil scende a sorpresa nel primo trimestre
Italia nuovamente sull’orlo della recessione. A sorpresa nei primi tre mesi di quest’anno il Pil è tornato a segnare una variazione congiunturale negativa dopo il ritorno alla crescita degli ultimi 3 mesi del 2013. Una discesa del Pil anche nel secondo trimestre farebbe ricadere ufficialmente l’Italia in recessione. Riscontri negativi che si sono subito abbattuti sull’umore degli investitori con Piazza Affari che ha repentinamente virato in territorio negativo (0,96% il Ftse Mib alle 10.23) con fitte vendite sui titoli del comparto bancario.
Nel primo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo (PIL) italiano, secondo la prima lettura diffusa dall’Istat, risulta in flessione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del primo trimestre del 2013. Il consensus era per un progresso dello 0,2% t/t e un -0,1% annuo. Il primo trimestre del 2014 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2013. La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,2%.
Il calo congiunturale è la sintesi di un incremento del valore aggiunto nel settore dell’agricoltura, di un andamento negativo nell’industria e di una variazione nulla nel comparto dei servizi. Nello stesso periodo il Pil, in termini congiunturali, è aumentato dello 0,8% nel Regno Unito e ha segnato una variazione nulla negli Stati Uniti. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 3,1% nel Regno Unito e del 2,3% negli Stati Uniti.
Segnali di frenata della ripresa erano emersi dagli ultimi riscontri arrivati dalla produzione industriale, scesa dello 0,5% m/m a marzo, terza battuta d’arresto negli ultimi 4 mesi. Il primo trimestre si è chiuso con un flebile aumento dello 0,1% della produzione industriale con preoccupanti cali registrati nella produzione di beni di consumo, su cui ha presumibilmente inciso anche la debolezza del mercato interno.
Il target di crescita dello 0,8% indicato dal governo per l’intero 2014 appare a rischio anche se dal secondo trimestre ci sarà la possibile sponda offerta dagli 80 euro di sgravi Irpef in busta paga.