Notizie Notizie Mondo Tobin Tax: raggiunto un primo accordo in Europa, riguarderà dapprima azioni e derivati

Tobin Tax: raggiunto un primo accordo in Europa, riguarderà dapprima azioni e derivati

6 Maggio 2014 13:43
L’Europa dice sì alla Tobin Tax. Oggi durante la riunione dell’Ecofin (la riunione dei ministri delle Finanze dei Paesi Ue) è stato raggiunto un primo accordo a livello europeo sulla cosiddetta Tobin Tax, la tassazione sulle transazioni finanziarie. La conferma è arrivata dallo stesso ministro delle Finanze italiano, Pier Carlo Padoan. 
Secondo l’accordo raggiunto oggi, la Tobin Tax sarà applicata in maniera graduale. Inizialmente riguarderà le transazioni su azioni e su alcuni tipi di derivati. Esclusi, almeno per il momento, i titoli di Stato come voluto dall’Italia. La nuova tassa verrà adottata a partire dalla fine dell’anno affinché entri in vigore a tutti gli effetti non oltre il primo gennaio 2016.
L’accordo sulla Tobin Tax riguarda un gruppo di Paesi europei: gli 11 Paesi (tra cui Italia, Francia, Spagna e Germania) riuniti nella “cooperazione rafforzata“. Fuori dall’accordo invece la Gran Bretagna, che ha sollevato forti critiche sulla nuova imposta. Londra teme ripercussioni, con una riduzione degli scambi, sulla importante piazza azionaria della City. Per questo, si è detta pronta a impugnare l’accordo davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, se la tassa avesse un effetto extra-territoriale, cioè colpisse i Paesi fuori dagli 11.
In Italia, la Tobin Tax è in vigore già dal marzo dell’anno scorso e viene applicata paradossalmente alle transazioni effettuate da risparmiatori con un orizzonte temporale di lungo periodo. Tuttavia, i risultati finora non sono stati brillanti: l’imposta ha fatto incassare allo Stato circa 160 milioni di euro (dati a dicembre 2013), ben al di sotto del miliardo stimato dal governo Monti che l’aveva introdotta. Un effetto simile potrebbe verificarsi a livello europeo, con un gettito più limitato di quello stimato l’anno scorso dalla Commissione europea che pronosticava una raccolta fiscale pari a 35 miliardi di euro all’anno.