I titoli del cemento si affossano a Piazza Affari, pesano i conti di Italcementi e Dyckerhoff

Pesante inizio di giornata per i titoli del cemento quotati a Piazza Affari. Le azioni Italcementi e Buzzi Unicem sono tra le peggiori del listino principale Ftse Mib con un calo rispettivo del 3,36% e del 2,25%. A pesare sono i deboli risultati di Italcementi e quelli di Dycherhoff, la controllata tedesca di Buzzi Unicem, per via del calo dei prezzi della materia prima. Non fa meglio nemmeno la più piccola Cementir, che precipita di oltre 3 punti percentuali.
Venerdì sera, a mercato chiuso, Italcementi ha diffuso i conti dei primi nove mesi dell’anno: nel periodo gennaio-settembre i ricavi sono scesi del 4,7% a 3.665,9 milioni, mentre il risultato di periodo è diminuito del 39,7% a 133,4 milioni. “Meglio delle attese solo la posizione finanziaria netta, pari a -2,357 milioni contro i 2,468 milioni stimati, ma crediamo grazie al circolante”, hanno commentato oggi gli analisti di Equita. Secondo la sim milanese sul titolo si è abbattuto un “newsflow negativo su tutti i fronti”. In particolare, si rileva “prezzi in calo in Italia, India e in misura contenuta anche in Francia, volumi in forte calo in Egitto, Tailandia, Grecia e Spagna e infine costi energetici in aumento”. Uno scenario che potrebbe costringere Italcementi a rivedere al ribasso le stime sul 2010 e il 2011. Oggi l’appuntamento in conference call con Italcementi potrebbe chiarire il futuro del gruppo.
Non è andata meglio questa mattina a Dyckerhoff. La controllata tedesca di Buzzi Unicem ha annunciato che l’utile netto nei primi nove mesi del 2010 è sceso da 96 a 50 milioni di euro e che per l’intero esercizio si aspetta “un notevole peggioramento dell’utile ante imposte e dell’utile netto consolidato”. La debolezza sarebbe dettata anche qui da un calo generalizzato dei prezzi. Sui risultati della minore Cementir è pesato più del previsto il calo del mercato italiano. “Se da un lato l’Italia continua ad essere penalizzata dai prezzi estremamente bassi (nel terzo trimestre si sono pressochè stabilizzati ma sui minimi) dall’altro in Turchia e Paesi del Nord Europa i volumi, e di conseguenza i prezzi, mostrano segnali di recupero in alcuni anche significativo”, hanno sottolineato gli esperti di Equita.
Ma ciò non basta per il futuro di Cementir. La sim milanese, a seguito dei deboli dati trimestrali del Cementerie del Tirreno, ha rivisto le stime sul 2010-2013 ipotizzando scenari di recupero più conservativi e peggiorando le assunzioni sui margini a causa dell’innalzamento dei costi del combustibile e dell’energia elettrica attesi dal management per il 2011. “La revisione comporta un taglio dell’Ebitda 2010-2013 in media del -9% e dell’utile netto del -16%”, hanno fatto sapere da Equita che ha anche limato del 9% il target price a 3 euro.