Time incorona Zuckerberg personaggio dell’anno: Facebook batte Wikileaks
Mark Elliot Zuckerberg, il creatore di Facebook, è il personaggio dell’anno 2010. È stata questa la scelta della direzione della rivista americana, Time, che non ha avallato quella che avevano compiuto i suoi lettori che avevano invece scelto un altro protagonista, anche se molto più controverso, della Rete: Julian Assange, fondatore di Wikileaks. “Per aver connesso oltre mezzo miliardo di persone e aver tracciato la mappa delle loro relazioni sociali, per aver creato un nuovo sistema di scambio di informazioni e per aver cambiato il modo di vivere le nostre vite”, si legge nelle motivazioni del settimanale americano che hanno assegnato al golden boy che ha cambiato il modo di comunicare online il riconoscimento, che Time attribuisce ormai dal 1927.
L’investitura del settimanale americano è diventata un’istituzione: lo scorso anno era stato data al capo della Federal Reserve, Ben Bernanke, e nel 2008 all’allora appena eletto presidente Barack Obama. In un articolo pubblicato sul proprio sito dall’esaustivo titolo “Perché abbiamo scelto Zuckerberg”, il direttore di Time Richard Stengel, giustifica la mancata scelta del fondatore di Wikileaks: “come altri due candidati di quest’anno, Julian Assange e il Tea Party, Zuckerberg non ha un grande rispetto per le autorità tradizionali. In un certo senso – scrive – Zuckerberg e Assange sono due facce della stessa medaglia, entrambi esprimono un desiderio di apertura e trasparenza”.
Ma è diverso il modo in cui lui cercano di ottenere questa trasparenza: “Mentre Assange attacca le grandi istituzioni e i governi attraverso una trasparenza involontaria con l’obiettivo di depotenziarli, Zuckerberg dà la possibilità agli individui di condividere volontariamente informazione con l’idea di dare loro più potere”. E se il fondatore di Wikileaks vede “il mondo pieno di nemici reali o immaginari”, l’ex studente di Harvard, “nato nel 1984 lo stesso anno in cui è stato lanciato il primo Macintosh” e che ora ha “messo in relazione oltre mezzo miliardo di persone”, “considera il mondo zeppo di potenziali amici”. “Essere nominati persona dell’anno non è e non è mai stato un onore – conclude il direttore – è il riconoscimento del potere di alcuni individui nell’influenzare il nostro mondo”.