Tim svetta sul Ftse Mib. Temi di inizio 2025? Sparkle, accordo extragiudiziale su canone e il nuovo piano
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Telecom Italia torna sotto i riflettori in questo primo scorcio di 2025. Anche oggi, messa da parte una partenza debole, il titolo Telecom Italia si è imposto nel corso della seduta come migliore del Ftse Mib e ora registra un rialzo dello 3,6% a quota 0,2528 euro (massimo intraday a 0,2554). Il mese di gennaio è iniziato bene per Tim che è nelle fila dei maggiori rialzi da inizio mese del Ftse Mib.
Diversi i temi che restano sul tavolo per il big della telefonia che si prepara tra poco più di un mese alla presentazione del nuovo piano industriale in calendario il prossimo 13 febbraio. Tra i più caldi la vendita quota detenuta dai francesi di Vivendi, con i rumors di fine anno che parlavo dell’interesse di alcuni fondi di private equity come CVC Capital Partners.
Ma anche il mese di gennaio vede alcuni dossier in evidenza, come quello di Sparkle, ma si seguono da vicino anche le ultime (indiscrezioni) sul potenziale contratto del Governo con Starlink.
Ma vediamo quali sono le date da cerchiare in rosso nei primi mesi del 2025 e quale è il quadro tecnico per il titolo.
Tim sale in vetta al Ftse Mib, i temi sul tavolo a inizio anno
Occhi puntati oggi a Piazza Affari su Tim che recupera terreno dopo un avvio prudente. Il titolo, miglior titolo del Ftse Mib a metà seduta, avanza del 3,6% circa. Il mercato sembra concentrarsi su alcuni temi, tra cui il dossier Sparkle con alcune date da monitorare nelle prossime settimane. Secondo quanto si apprende da Reuters, Tim dovrebbe prendere una decisione sulla vendita della controllata di cavi sottomarini entro fine mese. Nel dettaglio, il gruppo guidato da Labriola ha fissato una riunione del Consiglio di amministrazione per il 15 gennaio durante la quale, anticipa l’agenzia, i consiglieri inizieranno a discutere l’offerta da 700 milioni di euro presentata congiuntamente dal Tesoro e dal fondo spagnolo Asterion prima di Natale. La decisione finale dovrebbe arrivare nella riunione del 22 gennaio.
Intanto gli analisti di Equita, che confermano la raccomandazione buy su Tim, si soffermano invece sul tema del possibile contratto da 1,5 miliardi di euro su 5 anni che sarebbe stato secondo Bloomberg firmato dal governo con StarLink per la fornitura di sistemi di comunicazione sicuri per le istituzioni. Il Governo, ricordano gli analisti, ha smentito l’esistenza di un simile contratto, mentre si riportano sui giornali conferme di un processo in corso di valutazione da parte delle istituzioni per questa tipologia di servizio.
“Molta attenzione al tema del potenziale contratto del governo con Starlink, ma senza grandi spunti per il settore tlc”, commentano ancora da Equita che la scorsa settimana mettevano in evidenza anche sul potenziale accordo extra-giudiziale tra Tim e il Mef per il rimborso del canone di concessione 1998, sul quale non erano emerse novità. “Ricordiamo che la Corte d’Appello di Roma ha lasciato tempo fino al 20 gennaio alle parti per verificare lo spazio per un’intesa extra-giudiziale. L’opzione rimane quindi aperta e francamente era improbabile pensare a un accordo prima della chiusura dell’anno”, indicava la sim milanese in un commento a inizio gennaio. Inoltre, gli esperti sottolineavano sul tema: “le implicazioni sono positive per le azioni di risparmio, in quanto l’eventuale accordo comporterebbe una significativa plusvalenza a livello di Tim SpA che darebbe alta visibilità al ritorno al dividendo per l’anno 2025 (pagamento 2026). Se l’accordo fosse stato raggiunto nel 2024, avrebbe portato meno visibilità al dividendo (pagamento 2025), per via delle ingenti perdite realizzate da Tim SpA nel primo semestre 2024 (circa 800 milioni di euro)”.
Se il mese di gennaio si prospetta intenso, il mese di febbraio con la pubblicazione del nuovo piano e dei conti 2024 non sarà da meno. Scorrendo il calendario finanziario della tlc, il prossimo 12 febbraio il Consiglio di amministrazione è chiamato ad esaminare i dati preconsuntivi 2024 e approvare il piano industriale 2025-2027.
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Il punto tecnico su Tim
(a cura dell’analista Simone Borghi)
Seduta in gran spolvero quella di oggi per Tim con il titolo che sale di circa il 4,5% a 0,255 euro. Il quadro grafico della tlc italiana mostra un andamento sostanzialmente laterale dopo lo scivolone del 7 marzo 2024, con il titolo che ha oscillato nel trading range tra 20 e 27 centesimi fino al 17 dicembre quando i corsi hanno toccato un massimo intraday a 0,288 euro con un poderoso scatto rialzista avviato a inizio del mese scorso. Subito dopo però il titolo ha virato al ribasso arrivando al test del supporto a 0,237 euro, dove transitano le principali medie mobili a 200 (in arancio) e 50 periodi (in giallo). Con le prime sedute del 2025, Tim ha ripreso a salire e proprio oggi ha superato la resistenza a 0,252 euro. Il prossimo ostacolo al rialzo si colloca a 0,26 euro e, se infranto, potrebbe aprire la strada verso 0,272 e 0,28 euro. Al ribasso, invece, una possibile pausa potrebbe riportare il titolo sul supporto a 0,244 euro che, se violato, darebbe spazio ai venditori con possibile target a 0,237 e 0,223 euro, dove nei pressi passa anche la trendline rialzista (in blu).