Tim, i dubbi di Kkr complicano il negoziato sul progetto rete unica

Si infittiscono i rumors riguardo Kkr e il nuovo piano industriale di Tim. Secondo Reuters, Kkr vorrebbe avere voce in capitolo sul piano di Tim di unire la propria rete, che in parte è di proprietà del fondo americano, con quella della rivale Open Fiber. Nel 2020, Kkr ha speso 1,8 miliardi di euro per una quota del 37,5% di Fibercop, società posseduta per il 58% da Tim che gestisce i cavi che vanno dagli armadi stradali alle case degli utenti e che stando ai piani di Tim verrebbe inclusa nel perimetro della rete unica.
A riguardo del progetto rete unica, Tim ha avviato il mese scorso i colloqui formali con Cassa depositi e prestiti (Cdp), che possiede il 10% di Tim e il 60% di Open Fiber, ma la scadenza inizialmente fissata per il 30 aprile è passata senza che le società abbiano concluso l’accordo preliminare. La settimana scorsa l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, ha affermato di avere comunque fiducia che il memorandum of understanding possa essere siglato a breve.
Tuttavia, le posizioni di Kkr stanno complicando i negoziati, dal momento che il fondo sta chiedendo, prima di dare il suo appoggio, garanzie sui ritorni economici di qualsiasi operazione sulla rete.
Tim sta andando avanti con i piani per un riassetto del gruppo che prevede il superamento dell’integrazione verticale. Tim, infatti, rinuncerebbe al controllo della più grande rete di telecomunicazioni italiana a favore di Cdp, che diventerebbe così il principale azionista della cosiddetta rete unica con Open Fiber.
Anche se il governo è favorevole ad un accordo che aiuti a potenziare un’infrastruttura strategica per il paese, dal canto suo Kkr è preoccupato dell’impatto economico delle potenziali contromisure Antitrust che le autorità dell’Unione europea potrebbero imporre per autorizzare un’integrazione con Open Fiber.
Secondo alcune fonte vicino al fondo, Kkr ritiene che il progetto rete unica non sia compatibile con il programma finanziato dall’Unione europea per aumentare la diffusione della fibra ottica in Italia, e neppure con i piani di investimento di Tim e Open Fiber per sviluppare in maniera autonoma la propria rete. Tim e Open Fiber competono infatti nelle gare indette dal governo per assicurarsi 3,8 miliardi di euro previsti dal Recovery fund per garantire una connessione internet fissa da 1 gigabyte al secondo entro il 2026.
Un altro tema è quello che riguarda l’accordo commerciale tra FiberCop e Open Fiber. Secondo Radiocor, giovedì dovrebbe tenersi un nuovo CdA di FiberCop in cui potrebbe essere siglato un accordo commerciale con Open Fiber.