Tim grande malata di Piazza Affari, tante voci e poche certezze
Dopo esser precipitata ieri in area 0,52 euro arrivando a toccare un valore di mercato in calo nell’arco di quattro mesi di oltre il 35 per cento, il titolo Telecom Italia oggi tenta un recupero piazzandosi al momento su + 0,19% a 0,53 euro. Una debolezza quella della più grande tlc made in Italy innescata dal downgrade deciso da Exane Bnp Paribas che ha ridotto la raccomandazione da neutral a underperform.
Equita: Tim debole ma senza una solida motivazione
Una debolezza che però secondo gli analisti di Equita è senza elementi di grande novità in grado di fornire una solida motivazione. Molti articoli di stampa oggi sulla debolezza (con forti volumi) di TIM i ieri, ma senza elementi di grande novità in grado di fornire una solida motivazione, scrive Domenico Ghilotti di Equita.
Ieri le indiscrezioni di stampa in merito all’intenzione del governo giallo-verde di inserire nella prossima legge finanziaria un’estensione anticipata al 2029 delle licenze UMTS (in scadenza al 2021) con una previsione di incasso di 1 miliardo nel 2019. Secondo Equita “pur essendo un elemento negativo per la penalizzazione sulla generazione di cassa 2019 e per l’attitudine del governo a anticipare l’esborso per l’accesso alle risorse, non è un elemento così significativo da giustificare la performance”.
Altro elemento negativo che ha pesato sulla debolezza di TIM il successo del lancio commerciale di Iliad. “Anche in questo caso” scrivono da Equita “vediamo degli elementi mitiganti, a partire dalla maggiore resilienza di TIM rispetto a Wind e Vodafone (pensiamo che il saldo netto delle MNP sia sostanzialmente a break-even per TIM a oggi)”.
“L’incremento del prezzo dell’offerta di Iliad a luglio, seguito prontamente dai concorrenti, è tra l’altro un altro elemento che lascia pensare a un progressivo repricing da parte di Iliad al fine di raggiungere il break-even di EBITDA (confermato essere fattibile con una quota inferiore al 10% del mercato)”. Infine altro elemento negativo sono le incertezze sul management. Il Corriere della Sera, ricorda Equita, oggi ipotizza che la debolezza del titolo possa portare alla sfiducia a Genish per il prossimo CdA del 10 settembre (convocato per finalizzare l’offerta per le licenze 5G) e che Vivendi possa provare a ribaltare il risultato dell’assemblea di Maggio nella prossima convocazione dell’assemblea per la nomina dei revisori, attesa per ottobre/novembre.
“Ieri in realtà” continua Equita “Genish ha voluto dare un segnale di commitment, comprando 1 mn di titoli ordinari. Inoltre vediamo le tese relazioni internazionali tra Italia e Francia come poco adatte per una campagna di Vivendi”.
Alla luce di ciò gli analisti fanno una previsione incoraggiante su Telecom. “Noi ci aspettiamo un chiaro trend di miglioramento sui risultati nel 3Q rispetto al deludente 2Q, con un EBITDA domestico che ritorna stabile/positivo dopo il -6.5% del 2Q, sostenuto da confronto più facile, incremento prezzi operato a luglio, avvio del nuovo contratto di solidarietà a fine giugno, normalizzazione dei rebates. Ai prezzi attuali, il titolo tratta a meno di 5x EBITDA e 7x PE con un dividend yield per la risparmio che sfiora il 6%”.