Theresa May, discorso Firenze decreta vittoria “Soft Brexit” su “Hard Brexit”

Un intervento durato mezz’ora, nell’aula magna della ex Scuola Marescialli dei Carabinieri, nel complesso di Santa Maria Novella a Firenze. La premier britannica Theresa May ha illustrato da qui, al cospetto di diversi imprenditori sia italiani che britannici e della stampa, le sue proposte per rendere il divorzio dall’Unione europea il meno doloroso possibile.
Il tono della premier è stato fermo, ma conciliante. Anche perchè, ha sottolineato, il Regno Unito sta lasciando l’Unione europea, ma non l’Europa.
“Possiamo creare insieme un futuro migliore e più luminoso”, ha detto, rivolgendosi alla platea, dove erano presenti il sindaco di Firenze Dario Nardella e, in rappresentanza del governo Gentiloni, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per gli Affari europei, Sandro Gozi.
May ha affermato di guardare con ottimismo sul futuro e ha lanciato un appello affinché il Regno Unito e l’Europa rimangano uniti per difendere l’ordine globale, e affrontino insieme sfide come l’immigrazione e il terrorismo.
“Non stiamo voltando le spalle all’Europa”, ha precisato, prima di avanzare le sue proposte.
A dispetto di chi desidera una Brexit veloce o una Hard Brexit, Theresa May ha proposto a Bruxelles, di fatto, un periodo di transizione di due anni, per assicurare alle aziende e ai cittadini quella stabilità che reputa fondamentale in un processo di tale metamorfosi. E ha anche assicurato che, in questo periodo, Londra terrà fede ai propri impegni finanziari siglati con Bruxelles, che scadono nel 2020.
Il Regno Unito sta lasciando l’Ue, certo. Ma per May è fondamentale che l’addio avvenga in modo ordinato. E, alla domanda di un giornalista, che ha chiesto se a suo avviso un mancato accordo fosse preferibile a un accordo sbagliato, ha risposto: “Si”, aggiungendo di credere che le controparti possono riuscire comunque a concludere un buon accordo.
Il discorso di May sembra siglare la vittoria della fazione che appoggia una “soft” Brexit sui sostenitori di una “hard” Brexit.
Anche perchè May, ammettendo che gli UK non potranno comunque più accedere al mercato unico europeo – in quanto, oltre a trarre beneficio dei vantaggi, dovrebbero osservarne anche gli obblighi -, ha sottolineato che il Regno Unito dovrà attenersi alle regole dell’Ue per tutto il periodo di transizione che, secondo le stime, dovrà essere di due anni.
Alla domanda su cosa cambierà, con la Brexit, per i 600.000 italiani che vivono nel paese, May ha risposto di desiderare che i cittadini Ue rimangano, con gli stessi diritti di cui godono ora.
E ha ringraziato anzi gli italiani per l’apporto che stanno dando alla nazione, con la loro presenza.