Tesla, c’è chi scommette su titolo a $2000. Elon Musk gongola e prende in giro Sec e short sellers
Il fenomeno Tesla continua, grazie all’assist che arriva anche dai fondamentali dell’azienda. Ieri, il produttore di auto elettriche fondato e capitanato da Elon Musk, ha reso noti i dati sulle consegne del secondo trimestre. Il mercato ha apprezzato, con il titolo che è volato fino oltre +9% fino al record intraday di $1228 dollari circa.
Tesla ha reso noto di aver consegnato nel periodo aprile-giugno 90.650 auto, ben oltre le 72.000 attese dagli analisti. Andando a scomporre il dato, in particolare Tesla ha consegnato 80.050 auto Model 3 e Model Y e 10.600 auto Model S e Model X. L’azienda ha reso noto, anche, di aver prodotto nel secondo trimestre 82.000 auto, nonostante la fabbrica principale di Fremont, California, “sia rimasta chiusa per gran parte del trimestre”, a causa del lockdown imposto per fronteggiare l’emergenza sanitaria del coronavirus COVID-19.
In tutto questo non poteva che gongolare il fondatore Elon Musk, che ha postato su Twitter commenti alquanto provocatori, sia contro la Sec che contro gli short sellers:
“Sec, acronimo di tre lettere, la seconda sta per Elon”.
E ancora: “daremo conforto in questi tempi difficili alla Shortseller Enrichment Commission (sempre prendendo in giro la Sec)”.
Ancora prima della pubblicazione dei dati sulle consegne, l’analista Daniel Ives di Wedbush ha rivisto al rialzo il target price sul titolo, nello scenario di base, da $1000 a $1250, lasciando invariato invece il rating a “neutral”. Nello scenario bullish, Ives ha comunicato un obiettivo a 2.000 dollari.
Nella nota successiva alla pubblicazione del comunicato di Tesla, Ives poi ha scritto che, “in base alla nostra opinione, la consegna di 90.000 auto in questo contesto di lockdown da COVID lascia a bocca aperta e, di conseguenza, farà scalpitare i tori andando in avanti”.
L’analista ha sottolineato che, in base alle proprie ricerche “la star dello show è stata la Cina”, nel corso del secondo trimestre sebbene, nella nota, Tesla non abbia fornito alcun risultato differenziato per aree geografiche.
Ad alzare il target sul titolo è stato anche Garrett Nelson, analista di CFRA, che ha portato il suo obiettivo a $1.100, con una revisione al rialzo di 400 dollari. Considerando tuttavia il valore attorno a cui si aggirano le quotazioni, l’upgrade non è del tutto confortante, in quanto implica un ribasso dai valori attuali pari a -10%.
Ancora più cauto è stato, stando a quanto riporta Marketwatch, Joseph Spak di RBC Capital, che ha parlato di indicazioni che “segnalano problemi” per i modelli più vecchi di auto e in quei mercati in cui Tesla non è percepita più come una novità.
“Sì – ha detto Spak – Tesla è riuscita a fare notizia con numeri buoni, in un mercato come quello dell’auto che ha sofferto molto l’impatto del COVID-19. Tuttavia, Tesla ha beneficiato della sua decisione di puntare in Cina, dove aveva venduto veicoli in precedenza, ma dove ha iniziato a produrre solo quest’anno. Ciò, ovviamente, deve essere visto come una crescita (per la società) e i nuovi mercati e i nuovi prodotti fanno parte della storia del gruppo. Tuttavia, se è vero che 30.000 auto del Model 3S sono state prodotte in Cina, questo significa che, nel resto del mondo, le vendite di veicoli Model 3 e Model Y, soprattutto nei mercati maturi come quelli dell’Europa e del Nord America, sono scese del 36% circa su base annua”.
Più ottimista Gene Munster di Loup Ventures, ex analista di Wall Street diventato attivo nel venture capital che, in una nota, ha scritto che i dati trimestrali sulle consegne “sono una ulteriore prova del fatto che Tesla ha messo all’angolo l’industria dell’auto“.
“Sta diventando sempre più difficile – ha continuato Munster – prevedere uno scenario in cui i colossi dell’auto tradizionali trovino il modo di espandere la piccola quota che detengono oggi nel mercato degli EV (dei veicoli elettrici)”.
Non per niente, qualche giorno fa il gruppo di Munsk ha toccato un valore di mercato superiore a quello di Toyota.
I dati sulle vendite di auto in Usa parlano da soli: General Motors ha annunciato che le vendite del secondo trimestre sono scese del 34%; quelle di Toyota sono capitolate negli Stati Uniti di un terzo circa, mentre FCA ha assistito nel periodo aprile-giugno a una flessione delle vendite del 39%.
Per Munster, la spiegazione del successo del gioiello di Musk è semplice: “Tesla sta vincendo perchè ha un prodotto che è decisamente migliore rispetto a quelli delle sue rivali elettriche e non”.