Notizie Notizie Italia Tenaris spinta al rialzo da un mix di fattori, tra cui la possibile introduzione di dazi in Usa

Tenaris spinta al rialzo da un mix di fattori, tra cui la possibile introduzione di dazi in Usa

20 Giugno 2008 10:48

I riflettori di Borsa, sin dalle prime battute di questa ultima sessione di mercato settimanale, sono puntati su Tenaris, che è stata già sospesa dalle contrattazioni due volte, una prima per scostamento sui prezzi, a causa di un ordine in acquisto particolarmente pesante che ha fatto schizzare i titoli a 23,45 euro, e una seconda per eccesso di rialzo sul controllo (ossia il prezzo di apertura di questa mattina). Al momento i titoli del gruppo che fa capo alla famiglia Rocca trattano regolarmente e continuano a essere al centro degli acquisti, stazionando a quota 23,35 euro, in rialzo del 7,31%. Le azioni a marchio Tenaris hanno già toccato un massimo intraday, che corrisponde ai record di Borsa assoluti, a quota 24 euro tondi tondi.


Sono diverse le motivazioni legate all’impennata odierna, che si va a sommare alla fiammata del 9% messa già a segno al termine della giornata di ieri. Innanzi tutto, il fatto che Tenaris tende a muoversi in sintonia con il settore petrolifero, che ultimamente in Borsa si è mosso bene sull’onda del rally del greggio, ad eccezione delle società direttamente chiamate in causa dalla “Robin Hood Tax” introdotta dal ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, tra le quali in ogni caso non c’è la casa di Dalmine.


A dare a Tenaris una marcia in più rispetto alle altre azioni del mondo dell’oil sono le voci di una possibile introduzione di misure anti-dumping negli Stati Uniti nei confronti dei produttori cinesi. Misure che, di riflesso, non farebbero che avvantaggiare gli altri player non cinesi, tra cui, per quel che riguarda il settore dei tubi di acciaio senza saldatura per l’industria energetica, automobilistica e meccanica, c’è proprio Tenaris.


Euromobiliare, che sulla società lombarda ha rating “reduce” (titolo da ridurre in portafoglio) con target price a 14,8 euro, spiega in un report che oggi l’International Trade Commission (Itc) statunitense deciderà in merito all’import di tubi saldati dalla Cina, “colpevole presumibilmente di vendere i prodotti a meno del loro stesso fair value”. Attualmente, proseguono gli esperti della sim milanese, sul mercato americano vengono consumati circa 3 milioni di tubi saldati, di cui circa un 50% prodotti localmente, 30% importati dalla Cina e il rimanente 20% importato da altri paesi. Ebbene, “Tenaris in Nord America genera oltre 1/3 dei ricavi complessivi della divisione tubi e sarebbe uno dei maggiori beneficiari di un’eventuale manovra di questo tipo”. Inoltre, il gruppo con base a Dalmine “ancora non ha preso decisioni in merito a ulteriori aumenti di prezzo, in attesa della decisione odierna; è probabile tuttavia, che, qualora venissero introdotte duties ai cinesi, aumenteranno consistentemente i prezzi in America”. “Se così fosse – avvertono gli analisti di Euromobiliare – dovremmo rivedere al rialzo le nostre stime per il 2009 (ora abbiamo un margine operativo lordo vicino ai 4 miliardi di dollari) e dovremmo verificare anche gli scenari possibili sui mercati ex-Usa, verso cui potrebbero indirizzarsi i tubi cinesi. Ai prezzi attuali il titolo Tenaris sta comunque scontando un flusso di ebitda sostenibile intorno ai 5 miliardi di dollari”.


A contribuire al rialzo delle quotazioni di Tenaris di questi ultimi due giorni è anche il report redatto ieri dagli analisti di Morgan Stanley, che, sull’azione italiana quotata sul mercato azionario statunitense, hanno alzato il prezzo obiettivo da 80 a 88 dollari, con rating confermato al rango di “overweight” (sovrappesare in portafoglio). “Mentre l’inflazione creata dal costo delle materie prime si insinua nei bilanci a un ritmo maggiore rispetto all’aumento dei prezzi – scrivono gli esperti della banca d’affari – l’effetto del boom della domanda statunitense di tubi e i prezzi dovrebbero mantenere Tenaris su livelli elevati, con un forte profilo di utili fino al 2009”.