Telecom Italia: vicino ai minimi storici del luglio 1997, pesante bocciatura di Ubs
Non c’è pace per Telecom Italia che a Piazza Affari rimane vicino ai minimi storici del luglio 1997. Nei primi scambi il titolo è finito in asta di volatilità e, una volta rientrato negli scambi, ha toccato un minimo intraday a 0,532 euro. La pressione ribassista si fa sentire ancora sull’azione che lascia sul parterre circa 3 punti percentuali a 0,55 euro in scia alla pesante bocciatura da parte di Ubs. Gli analisti della banca svizzera hanno tagliato la raccomandazione sul gruppo delle telecomunicazioni a sell da buy, abbassando il target price a 0,45 euro dal precedente 1 euro.
“Telecom Italia è esposta ad una debolezza strutturale che crediamo porterà la sua performance operativa al di sotto della media di settore”, scrive il broker elvetico che cita come fattori negativi “l’eccessiva esposizione al debole mercato domestico, la delicata situazione patrimoniale e la complessa struttura di controllo, che non lascia intravedere una strategia industriale di lungo termine”.
Secondo gli esperti di Ubs le difficoltà del gruppo guidato da Franco Bernabè sono inasprite dalla situazione economica del Belpaese e dalla sua instabilità politica. “Il management ha poco spazio di manovra, sia per quanto riguarda l’efficienza sia per le cessioni”, spiegano gli analisti che hanno tagliato le stime di cash flow operativo del 10% per il periodo 2013-2015 in scia alla persistente debolezza del mobile in Italia, al declino dell’Ebitda domestico e al rallentamento in Brasile.
A pesare anche la smentita di Verizon su una presunta offerta in tandem con AT&T per acquistare Vodafone. Voci che ieri avevano galvanizzato l’intero comparto europeo delle telecomunicazioni. Verizon ha fatto sapere di essere “disposta ad acquistare la quota pari al 45% posseduta da Vodafone nella joint venture” ma che “al momento non ha alcuna intenzione di fondersi o fare un’offerta per Vodafone, sola o con altri”. Ieri, si parlava infatti di una maxi offerta da parte della cordata americana pari a 245 miliardi di dollari.