Telecom Italia: S&P’s taglia giudizio a junk, l’outlook è negativo
“Non-investment grade”. È questa la valutazione di lungo periodo che Standard & Poor’s Ratings Services assegna a Telecom Italia. Questo perché il principale operatore di tlc in Italia anche in futuro “dovrà fare i conti con un contesto molto competitivo e difficile dal punto di vista economico e normativo”. La valutazione di lungo e breve termine sulla società scende così a “BB+/B” contro i precedenti “BBB-/A-3”. Il giudizio era stato posto in “creditwatch con implicazioni negative” lo scorso 7 ottobre.
L’outlook è negativo “vista la possibilità di un nuovo taglio se non dovesse registrarsi un miglioramento delle performance operative domestiche, un’accelerazione del processo di riduzione del debito e un rafforzamento dei meccanismi di protezione dei flussi di cassa”. S&P’s ha inoltre ridotto il giudizio sul debito “senior unsecured” a “BB+” (da “BBB-“)’ assegnando valutazione “3” al “recovery rating”; in calo anche il rating sui bond ibridi subordinati che da “BB” passa a “B+” con giudizio “6”.
L’agenzia di valutazione del credito ritiene che l’Ebitda “continuerà a scendere nei prossimi due anni” poiché “ci vorrà del tempo prima che gli orientamenti strategici del Gruppo, già rivisti, si traducano in un reale miglioramento delle performance domestiche e in questo contesto continuiamo a percepire incertezze nella governance del gruppo”.
Nonostante il presidente di Telefonica, Cesar Alierta, nel corso di un’intervista rilasciata a Il Sole 24 ore abbia rimarcato di non voler salire oltre il 15% del capitale, S&P’s ritiene che la quota possa essere incrementata ancora. “È difficile prevedere l’impatto strategico che il controllo potenziale da parte di Telefonica potrebbe avere”.
L’outlook potrebbe essere rivisto a “stabile” nel caso in cui il Gruppo dovesse riuscire a “rafforzare strutturalmente le sue performance operative domestiche”.