Telecom Italia maglia nera Ytd (-8%), rumor su ricerca partner per rete ultraveloce non scalda titolo e analisti

Si profila un’altra seduta sottotono per Telecom Italia a Piazza Affari. Il titolo della maggior tlc italiana cede lo 0,39% a 51 centesimi, in linea con l’andamento del Ftse Mib. Da inizio anno il titolo segna un calo consistente dell’8% che la pone come peggior performer dell’intero Ftse Mib. Pesa tra gli investitori lo scenario di incertezza legato alla rete unica, con le ultime indicazioni che vedono una situazione di stallo nelle negoziazioni tra Tim, Enel e Cdp. Intanto lo scorso venerdì Bloomberg ha riportato alcuni dettagli sul piano di investimenti che Telecom sta predisponendo per ampliare la copertura in FTTH. Il piano prevede la copertura entro il 2023 di 39 città di medie dimensioni con un bacino potenziale di 1,3 milioni di abitazioni e un investimento totale di 465 milioni. Telecom sta verificando l’interesse a investire insieme a operatori retail (come era stato fatto con Fastweb attraverso FlashFiber), a wholesale (stile Open Fiber) e a fondi infrastrutturali.
“Si tratta a nostro avviso di parte del piano stand-alone che Tim evidentemente deve portare avanti a prescindere dall’evoluzione dei negoziati per l’integrazione con Open Fiber. Nelle nostre stime Tim ha raggiunto una copertura FTTH a fine 2019 di circa 5 milioni di abitazioni. La ricerca di opportunità di co-investimento con altri operatori o fondi ha molto senso, in quanto consente di migliorare il ritorno sul capitale, un punto fondamentale della strategia dell’ad Luigi Gubitosi” affermano gli analisti di Equita che hanno rating Buy su Telecom con prezzo obiettivo a 64 centesimi.
Banca IMI, che ha anch’essa rating buy su Telecom, ritiene credibile lo scenario proposto dal rumor di venerdì scorso. “Sarebbe una sorta di Flash Fiber 2 – rimarcano gli analisti – Non è chiaro se Fastweb sarebbe interessata a rinnovare la partnership con TIM. Dato che, secondo quanto riferito, la proposta è indirizzata sia agli operatori integrati verticalmente sia ai grossisti, in linea di principio Vodafone, Wind e Open Fiber potrebbero essere tutti potenziali partner di investimento”. IMI ribadisce che un accordo di co-investimento ridurrebbe le inefficienze nella costruzione di più reti “ma allo stesso tempo lascia intatto il rischio di concorrenza per TIM, specialmente nei cluster C&D”.