Notizie Notizie Italia Telecom Italia, è battaglia sulla difesa dell’italianità

Telecom Italia, è battaglia sulla difesa dell’italianità

2 Aprile 2007 12:19

Telecom Itallia quest’oggi è al centro del palcoscenico di Borsa, con una fiammata verso l’alto pari al 10,84% a quota 2,3675 euro e con scambi record. Il tutto dopo che ieri Pirelli & C. (+11% circa a 0,9185 euro), la controllante della cassaforte Olimpia, che a sua volta detiene il 18% di Telecom Italia, ha diffuso una nota per informare che dall’estero – questo è uno dei punti “caldi” della faccenda – sono giunte due proposte per l’acquisto di due quote pari a un terzo del capitale l’una di Olimpia. Gli offerenti sono AT&T, società di telecomunicazioni con quartier generale negli Stati Uniti, e l’operatore di telefonia mobile messicano, América Móvil, che fa capo al miliardario Carlos Slim Helu.


La notizia è stata accolta con “grandissima preoccupazione” dal Governo, preoccupato che anche l’ultima società della telefonia che aveva mantenuto un’anima italiana possa finire in mani straniere, come già accaduto ad esempio per Omnitel (ora Vodafone) e per Wind. Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha fatto sapere che “il Governo seguirà con grande attenzione l’evolversi della situazione”. E anche questa mattina sono proseguiti i commenti degli esponenti politici sulla delicata questione Telecom. “Penso che la faccenda – ha concordato con Gentiloni il segretario dei Ds, Piero Fassino – debba essere seguita attentamente e il Governo ha tutti gli strumenti e l’attenzione necessaria. Vediamo cosa matura nelle prossime ore, certamente non siamo indifferenti e insensibili all’esito di questa vicenda”. “Naturalmente – ha corretto leggermente il tiro il leader della Quercia – non è in discussione il diritto di chi possiede delle azioni di metterle sul mercato, ma il problema è sapere che il settore delle telecomunicazioni è strategico per la vita di ogni nazione e che anche nei paesi più liberisti c’è grande attenzione agli assetti proprietari e produttivi del settore delle telecomunicazioni”. Il viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco, sembra schierarsi più al fianco della legge del mercato: “La partita mi sembra ancora aperta, anche se va detto che da parte italiana non mi sembra ci sia molto entusiasmo”.


Per l’Istituto Bruno Leoni, la reazione del ministro Gentiloni e di altri esponenti politici per le offerte dall’americana AT&T e dalla messicana American Movil per un terzo delle azioni di Olimpia è “preoccupante”. Secondo Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, “la situazione di Telecom resta delicatissima, e sono molte le questioni aperte attorno alla compagnia telefonica. Tuttavia, reagire alle due offerte dall’estero con appelli più o meno velati all’italianità di Telecom non fa onore alla classe politica”. In particolare, per Mingardi, “il passaporto degli azionisti non dà alcuna garanzia sulla gestione di un’azienda. Le scelte nel segno dell’italianità seguite alla privatizzazione di Telecom non sembrano avere garantito una gestione particolarmente brillante. Ai consumatori italiani serve una Telecom che sappia operare bene sul mercato e nel rispetto della concorrenza, non una Telecom italiana, e soprattutto non una Telecom italiana in virtù di patti più o meno chiari fra investitori e classe politica”. “Questi appelli all’italianità – conclude Mingardi – danno tutta l’impressione che la nostra classe politica sia ancora una volta pronta a regolare i rubinetti della concorrenza, per garantirsi una Telecom italiana e, quindi, più facilmente soggetta alle sue pressioni. Ma la paura dello straniero non ha alcun fondamento economico. Le regole del mercato implicano che Olimpia vada semplicemente a chi offre di più: la politica assolva al più alto dei suoi compiti, limitandosi a rispettarle in silenzio”.


Anche gli analisti di Dresdner Kleinwort si schierano dalla parte del mercato e giudicano l’offerta giunta da AT&T e America Movil “positiva” per le azioni targate Telecom e per l’intero settore della telefonia “per quanto esista un significativo rischio di interferenze politiche”. La raccomandazione confermata dalla casa d’affari sulle azioni Telecom Italia è “hold”, con un target price che resta fermo a quota 2,50 euro.