Telecom Italia: Cdp dice no su Metroweb. Diffida di Agcom su tariffe del fisso
Telecom Italia è fuori dal dossier Metroweb. In una lettera l’amministratore delegato del Fondo strategico italiano (controllato da Cdp e azionista di Metroweb), Maurizio Tamagnini, ha fatto sapere al colosso tlc italiano che non ci sono le condizioni per procedere nelle trattative in merito al progetto della rete in fibra ottica per la banda ultra larga presentato da Telecom. Oggetto dello scontro la richiesta della società guidata da Marco Patuano di raggiungere il controllo totalitario (100%) dell’entità proprietaria della nuova infrastruttura nell’arco di cinque anni, una volta cioè terminati gli investimenti programmati. La controparte, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, offriva invece l’80%. A questo punto le trattative su Metroweb proseguiranno con Vodafone, che aveva manifestato il proprio interesse, con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro fine maggio. A detta del quotidiano, alle trattative potrebbe aggiungersi anche Wind.
“L’ultima offerta di Telecom Italia includeva l’acquisizione di una quota iniziale del 60% della newco, con il 20% dei voti in una prima fase sterilizzata, cui sarebbe seguito un controllo totale in cinque anni”, ricordano gli analisti di Banca Akros. Gli esperti però sono convinti che, nonostante questo stop, la vicenda Metroweb non si sarebbe conclusa. Per gli analisti infatti le parti si siederanno ancora al tavolo dei negoziati.
Intanto grane sono arrivate dall’Agcom, con l’authority che ha diffidato il gruppo tlc sul nuovo piano tariffario che applicherà alla clientela del fisso. In particolare in una nota si legge che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato un provvedimento relativo alle nuove condizioni contrattuali ed economiche su cui Telecom Italia si accinge a spostare la propria clientela residenziale di rete fissa. “A seguito delle attività di verifica della manovra proposta da Telecom Italia svolte in questi mesi – si legge nella nota – l’Autorità ha riscontrato alcune criticità in relazione a due profili di tutela previsti dalla normativa: l’esaustiva e trasparente informazione resa alla clientela, anche al fine di garantire un corretto esercizio del diritto di recesso; la tutela del diritto di scelta per gli utenti che utilizzano il c.d. servizio universale, in sostanza quei clienti che hanno attivo il servizio di connessione alla rete di comunicazione pubblica in postazione fissa (accesso alla linea RTG) e che non hanno attivato in passato offerte tariffarie aggiuntive rispetto a tale servizio”.
“Il richiamo alla maggiore trasparenza e ampiezza dell’informazione è un principio, generale e di estrema importanza per l’Autorità, di tutela dei consumatori, da rispettare in caso di proposta di modifica delle offerte commerciali. Inoltre, la tutela di quei consumatori che dalla connessione alla linea RTG (servizio universale) passerebbero all’offerta “Tutto Voce” ha portato l’Autorità a rilevare l’assenza di un espresso consenso da parte del consumatore, elemento ritenuto critico anche per gli effetti sui livelli di spesa mensile derivanti dal passaggio ad un servizio ulteriore rispetto al servizio base di collegamento alla rete. Per questi motivi è stato adottato un provvedimento di diffida verso la società Telecom Italia al rispetto degli articoli 53, 54, 70 e 71 del Codice delle comunicazioni elettroniche”.