Telecom Italia: Argentina a Fintech per 960 milioni di dollari. Alierta, Telefonica non salirà oltre il 15%
Telecom Argentina a Fintech per 960 milioni di dollari. Nel frattempo il presidente di Telefonica, Cesar Alierta, assicura che la compagnia spagnola non salirà oltre il 15% di Telecom Italia. E così il gruppo tlc, insieme all’ispezione avviata dalla Consob, rimane uno dei temi più caldi a Piazza Affari.
L’ex monopolista delle telecomunicazioni ha accettato nella notte l’offerta di acquisto dell’intera partecipazione di controllo detenuta in Telecom Argentina, direttamente ed attraverso Telecom Italia International, Sofora Telecomunicaciones, Nortel Inversora e Tierra Argentea, avanzata dal gruppo Fintech per un importo complessivo di 960 milioni di dollari. E’ quanto si legge in una nota diffusa da Telecom Italia. L’impatto sull’indebitamento finanziario netto consolidato del Gruppo Telecom Italia al closing dell’operazione, a parità di tasso di cambio, è atteso non significativo.
I dettagli dell’operazione
Dell’importo stabilito di 960 milioni, 859,5 milioni di dollari saranno corrisposti per la cessione del 68% delle azioni ordinarie di Sofora di proprietà di Telecom Italia e di Telecom Italia International (750,8 milioni di dollari); di 15.533.834 azioni di classe B di Telecom Argentina, pari all’1,58% del capitale sociale, di proprietà di Tierra Argentea (61,2 milioni di dollari); di 2.351.752 American Depositary Shares, corrispondenti a 117.588 azioni preferite di classe B di Nortel, pari all’8% delle azioni preferite di classe B, di proprietà di Tierra Argentea (47,5 milioni di dollari). Il rimanente importo di 100,5 milioni di dollari sarà corrisposto a fronte di ulteriori pattuizioni correlate all’operazione, tra le quali la messa a disposizione delle società argentine di servizi tecnici di supporto per una durata massima di tre anni, la rinuncia e la modifica di alcuni diritti rivenienti dal patto parasociale relativo a Telecom Argentina, a favore del Gruppo Werthein, che rimarrà detentore del 32% delle azioni ordinarie di Sofora, nonché l’impegno dell’acquirente al pagamento dell’utile già accantonato per dividendi da Telecom Argentina, in caso di mancata distribuzione prima del closing.
Nell’ambito degli accordi, prosegue la nota, è stata ottenuta una serie di garanzie per l’adempimento delle obbligazioni contrattuali dell’acquirente, compreso il pegno concesso da Fintech su un numero di American Depositary Shares, rappresentative di azioni preferite di classe B di Nortel, per un valore medio di mercato inizialmente di 100 milioni di dollari. La vendita delle azioni detenute da Tierra Argentea è prevista entro l’esercizio corrente, mentre la vendita delle azioni di Sofora è sottoposta alla condizione sospensiva dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni amministrative. Fintech ha rappresentato che, nella misura in cui ciò sia richiesto dalle norme vigenti, lancerà un’offerta pubblica sulle rimanenti azioni quotate di Nortel e Telecom Argentina.
Fintech ha manifestato l’intenzione di rispettare i piani di investimento del prossimo triennio del Gruppo Telecom Argentina per lo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazioni ed il miglioramento della qualità dei servizi. Telecom Italia ha accettato di continuare a supportare Telecom Argentina con particolare riferimento alle aree dell’innovazione e della tecnologia.
Alierta, Telefonica non salirà oltre il 15% di Telecom Italia
Nel frattempo è giunta notizia che Telefonica non salirà oltre il 15% di Telecom Italia. A darne notizia il presidente della compagnia spagnola, Cesar Alierta, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 ore. “La struttura dei nuovi accordi è chiarissima: Telefonica non può salire sopra il 49% di Telco. L’obiettivo era aumentare gli interessi economici e non invece cambiare gli interessi politici. Non abbiamo intenzione di esercitare la call“, ha spiegato Alierta che si è espresso anche sulle possibili fusioni: “La fusione Vivo-Tim Brasil non è in programma“, come non lo è quella tra Telefonica e Telecom: “Le sinergie sono positive ma quello che conta è lo sviluppo del business. Non c’è bisogno per questo di una fusione Telefonica-Telecom“. Alierta ha poi annunciato che Telco resterà così com’è ora fino alla scadenza fissata per febbraio 2015. A proposito dello scorporo della rete, il numero uno di Telefonica pensa che non ci sia bisogno di aiuti esterni, “gli investimenti li farà Telecom. L’importante è il mix: noi siamo a favore degli investimenti in fibra perché sono necessari per Telecom ma ancora più per l’Italia”, ha concluso Alierta.